Operazione Rinascita, torna libero il comandante della Municipale di Vibo

Filippo Nesci, coinvolto nell'operazione della Dda di Catanzaro, lascia i domiciliari. È indagato in concorso con Giovanni Giamborino

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di Redazione
3 febbraio 2020
18:02
Il comandante Nesci
Il comandante Nesci

La seconda sezione del Tribunale di Catanzaro  ha revocato la misura degli arresti domiciliari disposta nell’ambito dell’operazione “Rinascita- Scott”, nei confronti del comandante della polizia municipale di Vibo Valentia, Filippo Nesci, 49 anni, all’epoca dei fatti anche dirigente del Settore Urbanistica del Comune.



I reati contestati a Nesci


In particolare a Filippo Nesci – quale dirigente del settore Urbanistica del Comune di Vibo nel 2016 – viene contestato il reato di corruzione in quanto, secondo l’accusa, avrebbe indebitamente ricevuto da Giovanni Giamborino, 59 anni, di Piscopio (arrestato) la promessa dell’elargizione di somme denaro per l’esercizio delle sue funzioni, ossia per il rilascio, in data 18 novembre 2016, del permesso a costruire n. 2415, relativo ad un immobile a Vibo Valentia nei pressi dell’ospedale.

A causa della funzione ricoperta da Filippo Nesci, Giovanni Giamborino si sarebbe trovato – secondo l’accusa – nella condizione di promettere a Nesci somme di denaro affinché rilasciasse il suddetto permesso. «Ciò è quanto emerso dalla viva voce di Giovanni Giamborino – ha evidenziato il gip – che in una serie di conversazioni ha fatto espresso riferimento ai soldi che avrebbe dovuto corrispondere al Nesci per ottenere il permesso, lamentandosi della sua richiesta (tanto che aggiungeva ai numerosi debiti già contratti anche l’uscita, imprevista, dei soldi da dare al Nesci). Tale elargizione di denaro avrebbe comportato la conseguenza di tenere alle strette Nesci».


 

 Inoltre lo stesso Filippo Nesci, per come riferiva Giovanni Giamborino in una conversazione intercettata nel 2016, «aveva chiesto al Giamborino la disponibilità della sua casa a Forlì per stare dieci giorni con la moglie».  La condotta del corruttore viene contestata con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.
Soddisfazione per l’esito del Riesame è stata espressa dall’avvocato Diego Brancia, difensore di Nesci, che si augura la separazione della posizione del suo assistito dall’indagine “Rinascita-Scott”.

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