‘Ndrangheta e gioco on line, restano in carcere 17 indagati

Il gip di Reggio ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare. L’inchiesta scattata nei giorni scorsi ha coinvolto tre Procure e portato al fermo di 68 persone complessivamente

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di Angela  Panzera
17 novembre 2018
21:11

Fatta eccezione per Davide Schembri, che passa agli arresti domiciliari, le altre 17 persone fermate nei giorni scorsi, su ordine dei pm Sara Amerio e Stefano Musolino, restano in carcere. Il gip distrettuale ha emesso nei loro confronti l'ordinanza di custodia cautelare. L'inchiesta, portata a compimento dalla Guardia di Finanza reggina, è stata compiuta sotto il coordinamento della Dna e in contemporanea con  le procure antimafia di Catania e Bari. In tutto sono state 68 i soggetti fermati. Nell’inchiesta risultano essere coinvolti anche imprenditori e prestanome dei clan. Le cosche avrebbero spostato i propri interessi sul gioco online, impadronendosi  del mercato delle scommesse. Un’organizzazione unitaria, stando all’inchiesta “Galassia”, che avrebbe operato sinergicamente non solo in Italia, ma anche all’estero per riciclare il denaro. Gli eventi sportivi erano quelli più redditizi. Dalle indagini, condotte anche dallo Scico di Roma, infatti è emerso un giro d’affari superiore ai 4,5 miliardi di euro. Gli ingenti guadagni accumulati, monitorati dalle Fiamme Gialle venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all'estero, intestati a persone, fondazioni e società, schermati con la complicità  di prestanome di comodo. Gli inquirenti hanno seguito il percorso del denaro usato per scommettere su internet e sono riusciti a ricostruire come i gruppi criminali coinvolti nell’inchiesta si sono spartiti e controllavano, con modalità mafiose, il mercato delle scommesse clandestine on line. Nel filone calabrese sono state monitorate le attività criminali delle cosche Tegano-De Stefano-Condello.  Ed in particolare il gruppo delle giovani leve chiamate “Teganini”, i rampolli della famiglia originaria di Archi, quartiere nord alla periferia di Reggio Calabria, che costituiscono un cartello unico con le altre due ‘ndrine . L’indagine prende le mosse da quella messa a segno nel 2015, ossia “Gambling” che aveva visto finire in manette esponenti delle principali cosche reggine tra cui Mario Gennaro che pochi mesi dopo l’arresto diventerà collaboratore di giustizia. Gennaro riferirà in modo particolare del giro illecito di scommesse, e degli ingenti flussi di denaro sporco, tra la Calabria e Malta.  E proprio parte dei sequestri dell'autorità giudiziaria hanno riguardato Malta ma anche Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curacao, Serbia, Albania, Spagna. Un patrimonio illecito accumulato negli anni rintracciato anche grazie con la collaborazione di Eurojust e delle autorità giudiziarie estere.

 


 

RESTANO IN CARCERE:

Paolo Carlo Tavarelli, nato a Napoli cl. 1970

Ivana Ivanovic nata in Jugoslavia cl. 1973

Paolo Sipone, nato a Roma cl. 1965

Giuseppe Decandia, nato ad Altamura (BA) cl. 1975

Domenico Tegano, nato a Reggio Calabria cl. 1992

Bruno Danilo Natale Iannì, nato a Reggio Calabria cl. 1992

Domenico Aricò, nato a Reggio Calabria cl. 1968

Carmelo Caminiti, nato a Reggio Calabria cl. 1961

Francesco Franco, nato a Reggio Calabria cl. 1992

Antonio Zungri, nato a Rosarno cl. 1971

David Laruffa, nato a Rosarno cl. 1973

Giuseppe Abbadessa, nato a Rosarno cl. 1973

Santo Furfaro, nato a Gioia Tauro cl. 1966

Francesco Sergi, nato a Palmi cl. 1978

Antonio Ricci, nato a Bari cl. 1976

Gabriele Caliò, nato a Catanzaro cl. 1979

Danilo Sestito, nato a Catanzaro cl. 1981

 

ARRESTI DOMICILIARI:

Davide Schembri, nato ad Agrigento cl. 1974

 

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