Omicidi e lupare bianche, le indagini per rendere giustizia ai cadaveri dimenticati (VIDEO)

La nuova azione antimafia portata da Gratteri nel Vibonese. Qui, per troppo tempo, sottovalutata la ‘ndrangheta che portava un nome diverso da quello dei Mancuso. Quei morti ammazzati che adesso escono fuori dall’oblio
17 luglio 2017
15:25
Il procuratore Nicola Gratteri
Il procuratore Nicola Gratteri

“Questa è ‘ndrangheta di Serie A”, ha spiegato Nicola Gratteri, commentando gli otto arresti dell’operazione “Outset”, i rapporti tra il “gruppo Mantella” e i clan del Lametino e la spietata spregiudicatezza del clan dei Piscopisani. “Per troppo tempo sottovalutata, anche dalla magistratura”, ha aggiunto. Già. Dice bene il procuratore capo di Catanzaro: c’è stata sottovalutazione, trascuranza, nell’azione di contrasto sulla criminalità organizzata vibonese, quella crudele e spavalda, per la quale la vita non vale nulla, e che però portava un nome diverso da quello dei Mancuso.

 

Franzoni e Pugliese Carchedi: solo l’inizio

C’è stata sottovalutazione, anche da parte dei magistrati e delle forze dell’ordine. Perfino dei morti ammazzati s’era persa memoria. S’era persa memoria - prima dell’operazione “Outset”, ad esempio - di Mario Franzoni e Giuseppe Pugliese Carchedi, eliminati nel 2002 e nel 2006. Alcuni - come Mario Longo, assassinato l’1 aprile 2012 - spesso non venivano neppure computati nel riepilogo di una guerra di mafia come quella che i Piscopisani ingaggiarono coi Mancuso. Altri delitti - come l’omicidio di Michele Palumbo, il faccendiere del superboss Luni “Scarpuni”, la cui uccisione fu il primo vero atto di guerra del clan dei Piscopisani verso gli stessi Mancuso – non furono proprio capiti.


 

 I pentiti e i casi di lupara bianca irrisolti

Ora tutto viene riportato alla luce, grazie alla nuova impronta che Nicola Gratteri, i suoi aggiunti e i suoi sostituti, polizia, carabinieri e finanza, hanno dato all’azione antimafia nel Vibonese. Grazie, anche, alla collaborazione dei nuovi pentiti: l’ex padrino emergente, Andrea Mantella, e l’ex sicario Raffaele Moscato.

Tutto esce fuori dal cono d’ombra e dall’oblio. Anche le vittime di lupara bianca, dalla metà degli anni ’90 a oggi: dal primo, Nicola Lo Bianco, sparito nel 1997. Fino all’ultimo, Massimo Stanganello, un giovane di Vibo Marina che fecero diventare un fantasma nel 2008. In mezzo tante vittime delle quali i pentiti potrebbero dire molto: Giuseppe Caserta, scomparso nel ’98, Salvatore Ruggiero, che sparì nel 2001, così come Filippo Gangitano, meglio conosciuto come “’u Picciottu”. Una nuova azione antimafia per rendere giustizia a tutti i cadaveri dimenticati, a chiunque appartengano.

 

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