Inchiesta sugli ultrà

Non solo calcio, i signori dei parcheggi puntavano anche alle Olimpiadi invernali del 2026

L'imprenditore Gherardo Zaccagni, ora ai domiciliari, nel 2021 chattando con Giuseppe Caminiti, suo dipendente legato alla 'ndrangheta, ventilava il progetto di fare affari con l'evento Milano-Cortina 

di Redazione Cronaca
6 ottobre 2024
17:53

Non solo avrebbero voluto mettere le mani sui parcheggi attorno all'Olimpico e allo stadio di Torino ma pensavano di estendere i 'tentacoli' anche sulla gestione dei posteggi per le Olimpiadi invernali del 2026. È quanto emerge dalle intercettazioni riportate in una delle informative agli atti dell'inchiesta della Procura di Milano che lunedì della scorsa settimana ha portato a decapitare i vertici delle curve Nord e Sud, rispettivamente di Inter e Milan, con le accuse di associazione per delinquere, per alcuni aggravate dall'aver favorito gli interessi della mafia, estorsioni e altri reati.

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L'imprenditore che gestiva i parcheggi, Gherardo Zaccagni, ora ai domiciliari, nel gennaio 2021, chattando con Giuseppe Caminiti, suo dipendente legato alla 'ndrangheta - era anche il tramite per «versare mensilmente diverse migliaia di euro» degli introiti al «duo Boiocchi-Beretta», i due capi ultrà neroazzurri, uno ucciso due anni fa e l'altro in carcere - ventila il progetto di fare affari anche con Milano-Cortina 2026. Caminiti in un vocale dice: «Io non mollo. Io sono peggio di un pitbull!! Sia con questo Tavecchio (Carlo, ex presidente della Figc scomparso l'anno scorso e mai indagato nell'inchiesta, ndr) che con Euro 2026» ossia, come indicato nell'atto, le Olimpiadi invernali.


Domani in Prefettura si deciderà sulla richiesta di tutela per il pm Storari - uno dei magistrati che coordina le indagini- avanzata dal procuratore di Milano Marcello Viola. 

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