Il coraggio di Nino Cento e la battaglia contro i clan per far germogliare i frutti migliori

VIDEO | L’imprenditore ma anche testimone di giustizia si è opposto al giogo della criminalità organizzata e sullo Zomaro, in Aspromonte, opera la sua cooperativa agricola capace di resistere a tutto

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di Francesco Altomonte
11 ottobre 2018
16:21

La rugiada imperla la buccia rossa lucida, mentre un sole incerto filtra appena da una coltre di nubi grigie nel cielo d’Aspromonte. Nino Cento cammina fiero tra i filari di mele parlando delle cinque qualità messe a dimora lo scorso anno e che dal prossimo entreranno in produzione a pieno regime.

Cento non vuole sentire parlare di messaggio di speranza: «Questa è una realtà imprenditoriale vera. Alla cooperativa Resort di Zomaro produciamo veramente. Al contrario di quello che fanno certi personaggi che passano da un convegno all’altro senza creare mai nulla di concreto».


Una realtà imprenditoriale affermatasi negli ultimi anni grazie alla caparbietà e al coraggio di Nino Cento. La prima sfida, quando gli venne in mente di chiedere in affitto questo grande appezzamento di terra che ricade nel comune di Cittanova fu proprio contro la pubblica amministrazione. Per ottenere una risposta dagli uffici comunali non esitò a incatenarsi in piazza o nel campanile di una delle tante chiese del paese.

Il secondo passo fu allontanare gli appetiti degli uomini della cosca Gullace di Cittanova, che si consideravano i padroni di quella montagna, lo Zomaro. «Li ho denunciati – aggiunge – e vivo sotto scorta. È un peso, ma non mi pento perché dal sudore della mia fronte do da mangiare alla mia famiglia e a quella di tanti altri che lavorano al mio fianco». Dal prossimo anno, infatti, quando le colture di mele entreranno seriamente in produzione sui campi della coop cominceranno a lavorare circa 40 persone. «Abbiamo iniziato – spiega Cento – con more e lamponi, con l’origano e le patate. Poi un amico mi ha detto: “I terreni sono a pi di 900 metri sul livello del mare perché non provi a impiantare dei meleti”. Mi sono detto: se possono farlo in Trentino perché noi no? E lo abbiamo fatto».

Quella delle mele è forse la scommessa più importante vinta da Cento. Iniziata come una sperimentazione dal prossimo anno potrebbe divenire il progetto principale su cui sviluppare l’idea dell’azienda. «Moltiplicheremo le colture – prosegue mentre ne stacca una e inizia a sbucciarla – Tra le mele che produciamo ci sono anche la “Pink Lady” e la “Fuji”. Sono squisite, croccanti e succose. Ai giovani e meno giovani dico di restare in Calabria, di chiedere ai loro comuni di poter lavorare sulla nostra terra. I fondi regionali e europei aiutano e ci permettono di sviluppare progetti seri. Questa terra è ricca».

Un messaggio potente e positivo, quindi, quello che arriva dal cuore dell’Aspromonte, segno tangibile di come l’impegno e le idee possano trovare terreno fertile anche in Calabria. Basta crederci.

 

Francesco Altomonte

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