‘NDRANGHETA: VIBO, IL VIMINALE TOGLIE LA SCORTA A RUELLO, DA OTTO ANNI SOTTO PROTEZIONE

Il Ministero dell’Interno revoca la tutela nei confronti del fotografo, primo testimone di giustizia vibonese. Per lo Stato non è più in pericolo. Lui non ci sta: ‘Mi vogliono morto’
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28 giugno 2014
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VIBO VALENTIA - L'Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale (Ucis) del Ministero dell'Interno ha disposto la revoca della tutela nei confronti del fotografo di Vibo Valentia, Nello Ruello, primo testimone di giustizia vibonese.

 


Sotto protezione da otto anni. Il provvedimento, notificato a Ruello dalla Guardia di Finanza, non viene motivato ma viene unicamente spiegato che la "tutela su auto non protetta" nei confronti di Ruello viene sostituita con una "vigilanza generica radio collegata con sosta" nei pressi dell'abitazione e del negozio di Ruello, sito nel centro di Vibo Valentia. Per lo Stato, Nello Ruello - sotto protezione da oltre 8 anni per aver denunciato e fatto condannare per usura ed estorsione esponenti di primo piano del clan Lo Bianco di Vibo - non e' piu' in pericolo. Grazie alle dichiarazioni di Ruello (operazioni "Flash" e "Nuova Alba") e' stata accertata per la prima volta in sede giudiziaria, con sentenze definitive, l'esistenza del clan mafioso dei Lo Bianco.

 

Le reazioni. Ruello e' anche vicepresidente dell'associazione antimafia "Riferimenti" guidata da Adriana Musella. Contattato dall'Agi, il testimone di giustizia ha dichiarato che "cosi' si vuole la sua morte" dicendosi poi "stupito per il provvedimento a fronte del mantenimento della scorta nei confronti di politici condannati". L'avvocato Giovanna Fronte, legale di Ruello, ha invece preannunciato che "fara' di tutto perche' venga riassegnata la tutela a Ruello".

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