'Operazione Helvetia', da Fabrizia alla Svizzera, 15 arresti per associazione mafiosa NOMI-VIDEO

Gli arrestati sono ritenuti componenti dell’articolazione territoriale denominata 'Società di Frauenfeld' e sono accusati del reato di associazione di tipo mafioso, aggravata dalla transnazionalità
di Redazione
8 marzo 2016
11:34

La Polizia Cantonale Svizzera, su ordine del locale Ufficio Federale di Giustizia, ha arrestato 12 presunti appartenenti alla ‘ndrangheta, accusati di associazione di tipo mafioso. Si tratta, in particolare, di soggetti già destinatari di decreto di fermo di indiziato emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti di 18 affiliati alla ‘ndrangheta nell’ambito dell’operazione denominata “Helvetia” condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, di cui già 2 catturati dagli stessi Carabinieri il 22 agosto 2014. Tutti gli indagati sono tutti ritenuti componenti dell’articolazione territoriale denominata “Società di Frauenfeld” – dipendente dal “Crimine di Polsi” con collegamenti alla “Società di Rosarno” ed alla “Locale di Fabrizia” – responsabili di associazione di tipo mafioso, aggravata dalla transnazionalità in quanto commesso in Italia e Svizzera da un gruppo criminale organizzato, impegnato in attività criminali in più di uno stato.


Le indagini -  le indagini avviate dai Carabinieri di Reggio Calabria nel gennaio del 2012, hanno consentito di confermare l’esistenza e l’operatività, già dagli anni settanta, della “Locale” di Frauenfeld, alla cui testa vi è Nesci Antonio, e di individuarne gli associati, i ruoli e le cariche e soprattutto di verificarne la dipendenza al “Crimine” calabrese, per il tramite di Primerano Giuseppe Antonio, la cui figura era stata riconosciuta sia in Calabria, ove era “accreditato” presso il “Crimine” sia all’estero, in Germania e in Svizzera. Significativa della funzione baricentrica di Primerano erano poi i contatti pregressi, già registrati durante l’attività d’indagine cd “Il Crimine” dalle quali emergeva il ruolo apicale del citato Primerano e la sua influenza nella risoluzione delle controversie criminali, anche internazionali; proprio Primerano Giuseppe Antonio si rivelava personaggio cui Nesci Antonio doveva far riferimento per ottenere l’autorizzazione ad estendere il dominio territoriale oltre che in Svizzera anche in altre località tra cui Singen – comune tedesco del Baden – Wuttemberg. Primerano, nel luglio 2013 è stato condannato alla pena di anni tredici di reclusione poiché ritenuto colpevole del delitto di associazione di tipo mafioso proprio a seguito dell’operazione “Il Crimine” venendo valutate a suo carico innanzitutto la posizione direttiva rivestita in seno all’organizzazione, la sua frequentazione con Oppedisano Domenico cl.’30 con il quale si intratteneva durante il summit di Polsi nonché il ruolo ricoperto in seno alla compagine di appartenenza che lo rendeva – come detto - diretto referente anche delle locali radicate in Germania.


 

Nesci Antonio il 23 ottobre 2015 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Reggio Calabria alla pena di 14 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, mentre la pena comminata a Raffaele Albanese è di 12 anni di reclusione.
L’analisi complessiva delle risultanze investigative ha consentito per la prima volta in assoluto, di apprendere dettagli e caratteristiche del contesto criminale elvetico con riguardo alla struttura di ‘ndrangheta in quel territorio. Il dato essenziale appurato – sino ad ora inedito - riguarda la piena operatività da circa 40 anni dell’articolazione di ‘ndrangheta insediata in territorio elvetico ed in particolare nella città svizzera di Frauenfeld (“… la nostra società è formata da 40 anni …”) con la piena e diretta rispondenza alla terra d’origine degli affiliati (“… Gli ho detto…gli ho detto che il “locale” è da 40 anni che “risponde” a Fabrizia …”). Oltre agli arrestati sono stati convocati per un interrogatorio altri due indagati. Essendo questi ultimi naturalizzati, non è stato possibile arrestarli in attesa di estradizione. In quanto cittadini svizzeri non possono infatti essere estradati in Italia senza il loro consenso.


Gli arrestati - CIRILLO Rocco Antonio, nato a Fabrizia (VV) il 09.01.1955, DEMASI Giovanni, nato a Fabrizia (VV) il 07.04.1977; DEMASI Nazareno Salvatore, nato a Fabrizia (VV) il 19.09.1963; GRECO Antonio Salvatore, nato a Fabrizia (VV) il 21.11.1942; IACOPETTA Sandro, nato a Frauenfeld il 25.05.1978; LAPORTA Cosimo, nato a San Marzano il 25.04.1959: LOMBARDO Francesco, nato a Frauenfeld il 27.09.1972; MONTAGNESE Cosimo, nato a Fabrizia (VV) il 22.05.1955; MONTELEONE Raffaele, nato a Fabrizia (VV) il 10.07.1962; NESCI Brunello, nato a Fabrizia (VV) il 29.04.1966; NESCI Giulio, nato a Fabrizia (VV) il 09.12.1967; RULLO Angelo, nato a Fabrizia (VV) il 06.01.1959;

 

 

Altri Arresti - Sempre questa mattina, investigatori del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Torino e Verbania, coadiuvati dal Servizio per la Cooperazione Internazionale, hanno operato in territorio elvetico, procedendo alla localizzazione e cattura di Nucera Antonio, detto Ntonaci, di anni 60, e Nucera Francesco, di anni 34, ritenuti esponenti di vertice della omonima cosca di Condofuri (RC), latitanti dal 2013 ed indagati per associazione mafiosa, riciclaggio e reimpiego di beni di provenienza illecita dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, poi condannati in primo grado all’esito del giudizio abbreviato per il reato di associazione per delinquere ex art. 416bis c.p.. Nel corso dell’operazione, condotta insieme agli organismi della Polizia Federale svizzera e a quella cantonale dell’Oberwallis (Canton Vallese), sono state effettuate anche diverse perquisizioni nelle località elvetiche di Visp, Stalden e Saas-Grund, presso immobili riferibili al sodalizio indagato ovvero ai presunti favoreggiatori dei latitanti. L’inchiesta - coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria - è stata condotta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta reggina nell’Alto Piemonte, con ramificazioni in territorio svizzero. In tale contesto, è stata accertata la presenza dei latitanti in argomento, appartenenti alla criminalità organizzata calabrese, operante nel Canton Vallese della Confederazione elvetica. La presenza dei Nucera in Svizzera è stata riscontrata grazie ad attività investigative congiunte, sviluppate nell’ambito di attività rogatoriali promosse dall’autorità giudiziaria reggina, d’intesa con la Procura Federale e il Ministero della Giustizia elvetico.

 

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