‘Ndrangheta, si pente il boss emergente Andrea Mantella

Figura di primo piano del cartello antagonista ai Mancuso di Limbadi, è stato recentemente scarcerato per fine pena. Un mese prima della liberazione era stato trasferito dal carcere di Spoleto a quello di Rebibbia, dove esiste una sezione riservata ai collaboratori di giustizia
di Redazione
23 giugno 2016
12:06

Si è pentito Andrea Mantella, boss emergente di Vibo Valentia, figura di primo piano del cartello scissionista-antagonista al clan Mancuso di Limbadi e composto dal clan dei Piscopisani, dai Tripodi di Vibo Marina e dai Bonavota di Sant'Onofrio.

Secondo diverse ricostruzioni giudiziarie sarebbe stato lo stesso Mantella l'autore di un brutale pestaggio ad un esponente del clan Mancuso, sancendo così la "cacciata" del potentissimo casato mafioso di Limbadi dalla città di Vibo.

Plurimputato per mafia ed estorsione, è stato anche processato e assolto per vicende omicidiarie. Il suo pentimento segue di poco più di un anno quello di Raffaele Moscato, killer dei Piscopisani che, tra gli altri, ha accusato lo stesso Mantella di gravissimi reati.

Il boss, scarcerato il 14 giugno scorso per espiazione della pena comminatagli nell’ambito del procedimento “Goodfellas”, fino ad un mese prima di ottenere la libertà era ristretto nel carcere di massima sicurezza di Spoleto per poi essere trasferito nel penitenziario romano di Rebibbia in una sezione speciale riservata ai collaboratori di giustizia.

Mantella è tra l’altro cognato di un altro boss che ha deciso di collaborare con la giustizia: Pasquale Giampà (detto “Millelire”) esponente di punta dell’omonima cosca di Lamezia Terme ed era, ancora, cognato anche di Francesco Scrugli, ucciso il 21 marzo del 2012 a Vibo Marina nell’ambito della sanguinosa faida tra i Patania di Stefanaconi (legati ai Mancuso) e il clan dei Piscopisani.


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