Maxi sequestro da 15 milioni, sigilli ad immobili di un villaggio turistico

Una parte degli immobili situati all'interno della Costa del Turchese con sede a Botricello risultavano gestita da due società riconducibili a Pasquale Barberio
di Luana  Costa
28 febbraio 2018
12:48

Conti correnti, partecipazioni in società e aziende con interessi nel settore immobiliare turistico alberghiero, ben dodici, e poi ancora una villa in località Campolongo nel comune di Isola Capo Rizzuto, terreni e automobili. E' il risultato del sequestro disposto dal Tribunale di Catanzaro su proposta della Direzione Investigativa Antimafia nei confronti di Antonio Gianfranco Pasquale Barberio, 72enne lametino ma residente nel comune di Isola Capo Rizzuto nel Crotonese. L'imprenditore molto attivo nel settore turistico è ritenuto soggetto contiguo alla locale di Cutro capeggiata da Nicolino Grande Aracri e, in particolare, di aver ricevuto denaro da reinvestire in attività turistiche per conto del boss. Applicata inoltre la misura di sorveglianza speciale con l'obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Porto Kaleo

Nel 2000, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Barberio avrebbe ricevuto un milione e 500mila lire da Nicolino Grande Aracri prima che questo venisse arrestato. La circostanza troverebbe conferma da una serie di intercettazioni nelle quali il boss avrebbe richiesto la restituzione delle somme a Barberio che però non poteva avere luogo dal momento che le risorse risultavano investite attraverso la società Divemar nella struttura turistica Porto Kaleo a San Leonardo di Cutro. "L'aver ricevuto tale somma di denaro - si legge nel provvedimento di sequestro - da Nicolino Grande Aracri da custodire o reimpiegare nell'interesse del boss dimostra l'alta fiducia di cui Barberio ero investito, fiducia che poteva essere riposta solo avendo come punto fermo la vicinanza o la contiguità alla consorteria".


 

Le cresime e i consigli

La vicinanza di Barberio a Nicolino Grande Aracri, troverebbe inoltre conferma, anche nella presenza dell'imprenditore a due cerimonie di cresime avvenute nel 2000 nel villaggio turistico Porto Kaleo a cui avevano partecipato diversi soggetti noti alle forze dell'ordine di Cutro. La circostanza sarebbe stata ancora confortata dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Angelo Salvatore Cortese, che ha raccontato come l'imprenditore fosse solito andare a far visita al boss di Cutro nella sua abitazione prima di intraprendere qualsiasi iniziativa commerciale.

 

Redditi sproporzionati

E' in particolare l'enorme sproporzione tra i redditi dichiarati e la titolarità di beni immobili, società e aziende ad aver spinto la Dia ad approfondire gli accertamenti. "I redditi dichiarati da Barberio sono modesti se non addirittura irrisori e derivanti dal godimento di un assegno sociale dell'importo mensile di 638 euro". A fronte delle redditi dichiarati però l'imprenditore risultava titolare di un rilevante patrimonio costituito da quote societarie, da beni mobili, abitazioni, terreni il cui valore risulta essere sproporzionato ai redditi dichiarati. In particolare per gli anni dal 2005 al 2015 risulta una sperequazione in negativo di 339mila euro.

 

I villaggi turistici

In mano all'imprenditore figurano anche due società che gestiscono una parte degli immobili situati in un villaggio turistico a Botricello: la Costa del Turchese. Si tratta della Compagnia di Sviluppo Turistico e la Turchese Service. Barberio era inoltre proprietario della società G.B. Immobiliare titolare di terreni e autorizzazioni pronte per costruire un altro villaggio turistico a Isola Capo Rizzuto per ora solo allo stato progettuale.

 

------

 Riceviamo e pubblichiamo la rettifica dell'amministratore del villaggio:

In relazione alle notizie diffuse da alcuni organi di informazione, relative all’operazione della Dia di Catanzaro contro due imprenditori ritenuti vicini alla cosca Grande Aracri, riceviamo e pubblichiamo: “Si evidenzia che i provvedimenti di sequestro non riguardano il villaggio Costa del Turchese di Botricello, gestito da un’amministrazione condominiale che non ha nulla a che fare con i personaggi coinvolti nella vicenda. I sequestri portati a termine dalla Dia riguardano esclusivamente alcuni immobili, situati all’interno del villaggio, di proprietà di due società riconducibili ad uno degli imprenditori raggiunti dal provvedimento.  L’amministrazione del condominio non ha alcun legame con queste società che rappresentano interessi privati e non già l’intero condominio. Il villaggio, dunque, non è assolutamente sequestrato, ma continua la propria attività. Il villaggio è assolutamente estraneo ai fatti e amministrato con assoluta correttezza, trasparenza e rispetto dei principi di legalità”.

Amministratore del Villaggio, Roberto Altilia

 

Luana Costa

Giornalista
GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top