Il summit dell’Interpol

‘Ndrangheta senza confini, il procuratore antimafia Melillo: «Destabilizza Paesi e finanzia il terrorismo»

VIDEO | Il capo della Dna denuncia l’infiltrazione della criminalità organizzata in nazioni a rischio e lancia l'appello a rafforzare la cooperazione giudiziaria per contrastare la rete globale delle cosche calabresi

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di Silvio Cacciatore
16 ottobre 2024
21:05

Serve un cambio di passo nelle strategie di cooperazione giudiziaria e di polizia, al fine di contrastare in maniera efficace un’organizzazione criminale che ha ormai esteso le proprie radici ben oltre i confini italiani. Questo è quanto emerge dalle parole del Procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo che, nel corso del summit I-CAN - Interpol Cooperation Against 'Ndrangheta organizzato dall’Interpol a Reggio Calabria, ha delineato un quadro dettagliato delle sfide globali nella lotta alla 'Ndrangheta.

La 'Ndrangheta come minaccia transnazionale

Nel suo discorso, Melillo ha sottolineato la portata globale della 'Ndrangheta, la quale si è affermata come una delle organizzazioni criminali più potenti a livello internazionale. La 'Ndrangheta, originaria della Calabria, ora è “figlia del mondo”, in quanto ha saputo adattarsi alle dinamiche della globalizzazione, riuscendo a stabilire una rete criminale diffusa in diversi continenti. Melillo ha evidenziato come la presenza di latitanti arrestati in Brasile e in altri paesi sudamericani testimoni la capacità di questa organizzazione di integrarsi nelle dinamiche criminali globali.


«La 'Ndrangheta», ha dichiarato il Procuratore, «non è più una realtà locale. Oggi rappresenta una delle principali minacce alla stabilità economica e politica di interi paesi, grazie alla sua capacità di infiltrarsi nei settori chiave delle economie nazionali, dal traffico internazionale di stupefacenti al riciclaggio di denaro». Melillo ha richiamato l’attenzione sull’impatto della ‘Ndrangheta in paesi come l’Ecuador, il Brasile e l’Africa occidentale, dove le sue attività criminali si intrecciano con fenomeni di destabilizzazione politica e sociale. In queste regioni, la criminalità organizzata non si limita a trafficare droga, ma gioca un ruolo attivo nel finanziamento del terrorismo e nella destabilizzazione di governi locali.

La cooperazione internazionale come strumento imprescindibile

Uno dei punti centrali dell’intervento del procuratore è stato l’appello a rafforzare la cooperazione internazionale tra Stati. Per Melillo, la collaborazione tra le varie autorità giudiziarie e di polizia deve diventare una prassi stabile e continua, superando il modello di interventi sporadici e limitati. «Non possiamo più permetterci di affrontare la criminalità organizzata con strumenti obsoleti», ha affermato Melillo. «Le organizzazioni mafiose si sono evolute, diventando sempre più sofisticate e globalizzate. Anche la nostra risposta deve essere all’altezza della sfida».

Il Procuratore Nazionale Antimafia ha inoltre sottolineato la necessità di dar vita a squadre investigative comuni che operino in maniera permanente e non solo in risposta a specifici episodi criminali. L’esperienza delle squadre investigative attuali, che coinvolgono magistrati e forze di polizia di paesi come la Svizzera, la Germania e la Francia, ha dimostrato l’efficacia di un approccio integrato e condiviso. Tuttavia, per Melillo, questo tipo di cooperazione deve essere ampliato e reso sistematico.

Dalla sovranità nazionale alla sovranità solidale

Uno dei concetti chiave introdotti da Melillo durante il suo intervento è quello della sovranità solidale. Secondo il procuratore, la lotta alla criminalità organizzata richiede un superamento dell’approccio tradizionale basato sulla sovranità nazionale. «Non possiamo più considerare i confini nazionali come barriere invalicabili», ha affermato. «Dobbiamo trasformare la sovranità solitaria dei singoli Stati in una sovranità solidale, che permetta una vera collaborazione internazionale. Solo così potremo affrontare fenomeni criminali che superano la capacità di intervento dei singoli Stati».

Il Procuratore Melillo ha fatto riferimento all’esempio della cooperazione con i paesi dell’America Latina, dove sono state siglate nuove intese investigative che mirano a contrastare non solo la 'Ndrangheta, ma anche altre reti criminali transnazionali. In particolare, ha evidenziato come molti di questi paesi siano sotto la minaccia di forze destabilizzanti che mettono a rischio la stabilità sociale e politica, e come la magistratura di questi paesi stia pagando un prezzo elevato nella lotta al crimine organizzato, con numerosi magistrati assassinati o minacciati.

La responsabilità della magistratura

Un altro tema centrale dell’intervento del Procuratore Melillo è stato il ruolo della magistratura nella lotta alla criminalità organizzata. «La magistratura ha una responsabilità cruciale, non solo per la sua funzione di interpretazione e applicazione del diritto, ma anche per la capacità di adattare i sistemi giuridici alle nuove sfide imposte dalla criminalità transnazionale».

Una sottolineatura alla magistratura italiana la quale, in particolare, deve continuare a giocare un ruolo di primo piano in questa lotta, non solo all’interno dei confini nazionali, ma anche attraverso la collaborazione con le autorità giudiziarie di altri paesi. «Oggi abbiamo l’opportunità di misurare la distanza che ci separa dall’obiettivo di una cooperazione giudiziaria efficace e continua», ha affermato il procuratore, «ma dobbiamo anche essere consapevoli della necessità di fare un salto di qualità».

Il ruolo della tecnologia e del cybercrime

Infine, Melillo ha parlato del crescente ruolo della tecnologia nelle strategie delle organizzazioni criminali, evidenziando come il cybercrime stia diventando uno strumento sempre più utilizzato dalle mafie. «Le organizzazioni criminali non si limitano più a operare nel mondo fisico», ha evidenziato Melillo, «ma utilizzano strumenti tecnologici avanzati per condurre le loro attività. La criminalità oggi può agire con un semplice click su un computer, e noi dobbiamo essere pronti a rispondere a queste nuove sfide».

L’auspicio del Procuratore Nazionale Antimafia è che la cooperazione internazionale si estenda anche al campo tecnologico, con la creazione di sistemi informatici condivisi tra le varie autorità giudiziarie e di polizia, in grado di monitorare e contrastare le attività criminali online.

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