‘Ndrangheta: omicidi a Vibo, si stringe il cerchio su otto indagati

La Dda di Catanzaro chiude le indagini sui due cruenti fatti di sangue. Si tratta dei delitti di Mario Franzoni e Giuseppe Pugliese Carchedi commessi nel 2002 e nel 2006 ed il ferimento di Francesco Macrì

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di G. B.
30 maggio 2018
17:31

La Dda di Catanzaro, con il pm Andrea Mancuso, ha chiuso le indagini preliminari per 8 indagati coinvolti nell’operazione antimafia denominata “Outset” ovvero “Inizio”. Un’inchiesta antimafia scattata con diverse misure cautelari nel luglio dello scorso anno e che vede indagati: Franco Barba, 56 anni, di Vibo Valentia; Rosario Fiorillo, alias "Pulcino", 29 anni, di Piscopio; Domenico Giampà (cl. '81), attuale collaboratore di giustizia, di Lamezia Terme;  Enzo Giampà (cl. '70) di Lamezia Terme, il quale avrebbe guidato la moto con a bordo Domenico Giampà; Andrea Mantella, 45 anni, di Vibo Valentia, collaboratore di giustizia; Nazzareno Mantella, 35 anni, di Vibo Valentia; Salvatore Mantella, 44 anni, di Vibo Valentia, cugino di Andrea Mantella; Rosario Primo Mantino, 43 anni, di Vibo Marina.

 


Le accuse

Andrea Mantella Domenico Giampà, Vincenzo Giampà, Franco Barba, Salvatore Mantella e Nazzareno Mantella sono chiamati a rispondere di concorso nell’omicidio di Mario Franzoni, 29 anni, commesso a Porto Salvo il 21 agosto del 2002, mentre la vittima si trovava a bordo della sua Fiat Punto dopo essere rientrato in paese da Mariano Comense per un periodo di vacanza. Franco Barba e Andrea Mantella vengono indicati come i mandanti del fatto di sangue (oltre ai defunti Francesco Scrugli, ucciso nel 2012, e Carmelo Lo Bianco, alias “Piccinni”, il boss dell’omonimo clan di Vibo morto in carcere). Salvatore Mantella e Nazzareno Mantella avrebbero invece curato la logistica dell'omicidio fornendo le armi e un motorino ai killer. Domenico e Vincenzo Giampà sarebbero stati invece gli esecutori materiali del fatto di sangue con il secondo che avrebbe guidato la moto con a bordo il secondo. Contestati anche i reati di concorso in detenzione di armi illegali e ricettazione.

Gli omicidi avvenuti nel 2002 e nel 2006

Dell’omicidio di Giuseppe Pugliese Carchedi e del ferimento di Francesco Macrì, commesso il 17 agosto 2006 lungo la strada che collega Pizzo a Vibo Marina, sono invece chiamati a rispondere Rosario Primo Mantino e Rosario Fiorillo che avrebbero ucciso la vittima designata in concorso con Davide Fortuna, quest’ultimo ucciso in spiaggia nel luglio del 2012 a Vibo Marina nell’ambito della guerra di mafia contro il clan Patania di Stefanaconi. Rispetto alla prima parte dell’inchiesta, escono di scena dall’avviso di conclusione indagini altri iniziali indagati. Non viene infatti contestato, rispetto allo scorso anno, il tentato omicidio di Giuseppe Pugliese Carchedi che non ha retto ai successivi riscontri del Riesame. Si va verso l’archiviazione, quindi, delle posizioni di: Michele Fiorillo, alias "Zarrillo", 31 anni, di Piscopio; Nazzareno Felice, 57 anni, pure lui di Piscopio. Per quanto attiene invece all’omicidio di Mario Franzoni, si va verso l’archiviazione per i seguenti originari indagati: Paolino Lo Bianco, 54 anni, esponente apicale dell'omonimo clan di Vibo Valentia ed Enzo Barba, 66 anni, detto "Il Musichiere", al vertice dell'omonima "famiglia" di Vibo Valentia da sempre alleata ai Lo Bianco; Giuseppe Raffaele Barba(cl. '68) di Vibo Valentia, alias "Pino presa"; Domenico Chirico (cl. '82) di Lamezia Terme, attualmente detenuto per altro reato; Giuseppe Salvatore Galati (cl. '64) di Piscopio; Gregorio Gasparro (cl. '71) di San Gregorio d'Ippona;  Pasquale Giampà (cl. '64) di Lamezia terme (collaboratore di giustizia). 

 

Nel collegio di difesa gli avvocati: Diego Brancia e Alessandro Diddi per Franco Barba; Sergio Rotundo e Alfredo Gaito per Rosario Fiorillo; Manfredo Fiormonti per Domenico Giampà; Aldo Ferraro e Giovanna Aprile per Vincenzo Giampà; Manfredi Fiormonte per Andrea Mantella; Antonio Porcelli e Salvatore Sorbilli per Nazzareni Mantella;  Luca Cianferoni e Sergio Rotundo per Salvatore Mantella; Sergio Rotundo e Caterina Ferrari per Rosario Primo Mantino. Tutti gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per chiedere al pm di essere ascoltati o presentare eventuali memorie difensive attraverso i rispettivi legali.

Giornalista
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