Gratteri: «Oggi è la politica a cercare la mafia, la utilizza e la legittima»

Il procuratore di Catanzaro e lo scrittore Antonio Nicaso ospiti della trasmissione “Filo diretto” in onda su LaC Tv per presentare l’ultimo libro “Storia segreta della ‘ndrangheta”: «Dà risposte ed è presente sul territorio 365 giorni l'anno. Il politico è presente solo 2-3 mesi prima delle elezioni»

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di M. S.
27 novembre 2018
16:01
Antonio Nicaso e Nicola Gratteri ospiti a Filo diretto
Antonio Nicaso e Nicola Gratteri ospiti a Filo diretto

«La politica cerca la mafia, la utilizza, la legittima. Siamo sempre più convinti che se il potere politico volesse abbattere le mafie dell'80% lo potrebbe fare». Esordisce così il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri ospite, insieme al docente e scrittore Antonio Nicaso, della trasmissione “Filo diretto” in onda su LaC Tv condotta da Oldani Mesoraca per presentare il loro ultimo libro “Storia segreta della ‘ndrangheta”. «Basterebbe modificare i codici nel rispetto della Costituzione per rendere non conveniente delinquere. È una scelta politica. Sempre più le mafie votano e fanno votare. Nel corso del 2017 in un'importante inchiesta abbiamo documentato come la 'ndrangheta abbia addirittura  imposto i candidati. Il potere è andato oltre. La mafia dà risposte ed è presente sul territorio 365 giorni l'anno. Il politico è presente solo i 2-3 mesi prima delle elezioni. La politica è sempre più debole».


Non usa mezzi termini il procuratore di Catanzaro anche nel descrivere come sia cambiato e si sia evoluto nel tempo il rapporto mafia-politica. «Prima il mafioso andava a casa del politico. Oggi accade il contrario» - afferma anche Antonio Nicaso. E su come la ‘ndrangheta reinveste i proventi illeciti: «La 'ndrangheta non ha competenze per andare oltre l'investimento immobiliar. E' la tecnica più utilizzata - continua il docente -  oltre alle false fatturazione. Poi c'è un livello superiore che coinvolge professionisti, avvocati e commercialisti».



Per Gratteri oggi in Calabria ci sono almeno 20mila affiliati alla ‘ndrangheta, una ‘ndrangheta «che spara di meno perché è sempre più facile corrompere. Le infiltrazioni della 'ndrangheta nelle istituzioni sono sempre più forti e a più livelli. Non solo in Calabria. C'è un problema morale da una parte, giudiziario dall’altra. La corruzione è un'evoluzione della 'ndrangheta, usata per arrivare al potere e impadronirsi della cosa pubblica».


E se anche la ‘ndrangheta oggi si è evoluta il cuore resta sempre a San Luca. «Lì ci sono i custodi delle regole - afferma il procuratore di Catanzaro - della disciplina, il codice viene osservato in modo ossessivo. Nella 'ndrangheta c'è molta rigidità e rispetto delle regole. Anche il pentitismo è minore, al contrario di camorra e cosa nostra. Non è facile entrare a far parte della 'ndrangheta, i giovani fanno un tirocinio. Se non si supera il “tutor” ne risponde anche a volte con la vita».


Alla domanda di Oldani Mesoraca sull’ipotesi di costituire una Procura europea il magistrato è netto: «Sono solo frasi ad effetto per dire "Stiamo facendo". In realtà è una pietosa bugia. L'Europa di oggi si interessa solo a banche, economia e l'importazione dei prodotti. Di sicurezza non si sta interessando nessuno. Sarebbe necessaria un'omologazione dei codici partendo dal sistema giudiziario italiano».


Un capitolo a parte dell’ultimo libro “Storia segreta della ‘ndrangheta” è dedicata all’omicidio del giudice Scopelliti ucciso - «per un favore che un pezzo della ndrangheta ha fatto a Cosa nostra. Non tutta la ndrangheta ha aderito alla strategia stragista di Riina. La 'ndrangheta più intelligente ha capito che non era conveniente scontrarsi con lo Stato». Infine il procuratore si dice certo che «si arriverà a scoprire chi ha commesso questo delitto eccellente. È una proprietà del procuratore Bombardieri a Reggio Calabria».

Giornalista
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