‘Ndrangheta, il clan Soriano preparava un agguato al maresciallo dei carabinieri di Filandari

Nel mirino Salvatore Todaro. E poi ancora incendi e colpi di pistola per piegare l’imprenditore Castagna. Ecco tutti i dettagli
di G. B.
8 marzo 2018
10:33

Estorsione dalle modalità mafiose è l’accusa per Leone Soriano che pur detenuto a Secondigliano (Na) avrebbe inviato alcune missive dal carattere intimidatorio (una recapitata il 31 gennaio 2017 e una l’11 maggio 2017) all’imprenditore di Ionadi, con impresa a Portosalvo,Antonino Castagna, a titolo “risarcitorio per le spese legali sostenute a seguito delle denunce sporte dallo stesso Castagna” e sfociate in nell’operazione antimafia “Ragno”.

 


Una volta scarcerato, Leone Soriano avrebbe organizzato il 5 febbraio scorso il danneggiamento, attraverso un incendio, di un escavatore di Castagna con l’apporto materiale di Francesco Parrotta. Giuseppe Soriano, figlio del defunto Roberto Soriano (lupara bianca), e quindi nipote di Leone Soriano, insieme a Parrotta è accusato di aver fatto dei sopralluoghi – commissionati da Leone Soriano – fra l’8 e l’11 febbraio scorsi volti a verificare le potenzialità di un ordigno esplosivo per realizzare un attentato dinamitardo ai danni di Antonino Castagna. 

 

L’11 febbraio scorso, quindi, Francesco Parrotta e soggetti allo stato non identificati, avrebbero sparato numerosi colpi di pistola contro l’auto dell’avvocato Daniela Castagna, figlia dell’imprenditore Antonino Castagna. Nell’eplosione colpito anche un muretto di recinzione. Il 13 febbraio scorso, invece, Francesco Parrotta ed Emanuele Mancuso sono accusati di di aver fatto esplodere una bomba carta nel giardino dell’abitazione di Antonino Castagna. 

 

Leone Soriano e Francesco Parrotta sono poi accusati di aver incendiato un escavatore della ditta Castagna, provocando un danno di 60mila euro, il 5 gennaio scorso.

 

Leone Soriano, Francesco Parrotta, Emanuele Mancuso e Giacomo Cichello sono poi accusati di aver esploso colpi di pistola contro il distributore di carburanti a Filandari dell’avvocato Romano Pasqua. 

 

 

Leone Soriano avrebbe inoltre minacciato il maresciallo della Stazione di Filandari, Salvatore Todaro, arrivando anche a pianificare un attentato ai danni del carabiniere con il contributo di Francesco Parrotta. 

 

Reati legati alla detenzione di armi e droga, invece, le contestazioni per Graziella Silipigni, la figlia Caterina Soriano, Luca Ciconte, Giuseppe Soriano e Giacomo Cichello. Stesse contestazioni pure per Leone Soriano e Francesco Parrotta. 

 

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Giornalista
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