‘Ndrangheta: le “attenzioni” del clan Arena sul Marrelli Hospital

La clinica sanitaria di Crotone nel mirino della cosca di Isola Capo Rizzuto per i servizi di sicurezza e vigilanza
di Giuseppe Baglivo
16 maggio 2017
09:59
Il Marrelli hospital
Il Marrelli hospital

Sarebbe finita anche la clinica sanitaria “Marrelli Hospital” nelle mire del clan Arena di Isola Capo Rizzuto, sita a Crotone in via Gioacchino da Fiore nella sede della ex clinica Villa Giose. E’ in particolare un’intercettazione ambientale de 12 novembre 2013, captata a bordo della Fiat Panda in uso a Pasquale Arena, alias “Nasca”, tra Giuseppe Arena, detto “Il tropeano”, suo nipote Giuseppe Antonio Arena (figlio di Pasquale “nasca”) e tale Piero, non identificato, a svelare dettagli importanti sull’ingerenza nel controllo delle economie gravitanti nel territorio di riferimento da parte della cosca Arena, i cui componenti di vertice stavano studiando le strategie per inserirsi nell’affare che poteva derivare dalla apertura della clinica, programmando gli eventuali servizi da fornire, le possibili assunzioni da imporre e quanto di altro economicamente rilevante.

 


La vigilanza al Marrelli Hospital. L’inaugurazione a Crotone della clinica ospedaliera privata “Marrelli” attirava, immediatamente, secondo le risultanze investigative, le attenzioni della criminalità organizzata. Gli inquirenti capivano così che Giuseppe Arena, alias “Il Tropeano”, aveva inviato un proprio emissario nella suddetta clinica, al fine di ottenere l’affidamento del servizio di sicurezza e vigilanza. Il soggetto deputato ad avvicinare l’amministratore della clinica era stato individuato in tale “Piero”, il quale avrebbe contattato ilsoggetto portandogli i saluti di Giuseppe Arena e facendosi portatore dell’istanza. La strategiautilizzata da Giuseppe Arena, alias “Il Tropeano”, per i magistrati della Dda di Catanzaro, è indicativo di quel paradigma mafioso utilizzato dalle organizzazionicriminali, alle quali, in virtù del potere intimidatorio intrinseco nelle richieste, è spesso sufficiente farpervenire un’ istanza per ottenere quanto desiderato.

 

In particolare nel corso della conversazione intercettata il soggetto di nome Piero, a esplicita domanda degli Arena, affermava di aver parlato con tale “Enzo”, “l’amministratore  che la polizia giudiziaria identifica in Lorenzo Marrelli, amministratore unico della “Tecnologica srl”, società inserita nel Marrelli Group”. Giuseppe Arena, alias  “Il tropeano”, si sarebbe quindi informato con “Piero” sull’andamento della visita che quest’ultimo aveva effettuato alla clinica Marrelli, su quanto si era in discusso e parzialmente concordato, anche se il tutto sarebbe poi dovuto essere “vidimatodal “preventivo assenso del “dottore”, appellativo che per gli inquirenti “appare ragionevolmente riferito al titolare della struttura, che la polizia giudiziaria indica nel dottor Massimo Marrelli.

 

L’inaugurazione della clinica. Che Piero si fosse recato nella clinica Marrelli “in nome e per conto della cosca Arena”, per la Dda di Catanzaro emergeva dal fatto che” lo stesso emissario aveva speso il nome della famiglia in occasione dell’inaugurazione dei locali della clinica, portandone gli auguri direttamente al titolare.

La reazione dell’amministratore della clinica Marrelli dimostrava – sottolineano i magistrati antimafia - la “percezione diffusa della forza di intimidazione del sodalizio degli Arena” ; l’emissario inviato da Giuseppe Arena, alias “Il Tropeano” avrebbe infatti speso il nome della cosca Arena per richiedere l’affido del servizio di vigilanza e guardiania della clinica. L’amministratore, pur temporeggiando, avrebbe affermato che ne avrebbe parlato con il proprietario della clinica e che, certamente, a differenza di quanto aveva riguardato altri soggetti ai quali era stata data una risposta negativa, la loro proposta sarebbe stata valutata debitamente.

 

La Guardia di Finanza su tale specifico episodio evidenziava nella sua informativa che per controversie procedurali riguardanti l’iter autorizzativo e quello di accreditamento  con l’Asp, la struttura non era all’epoca ancora operativa, motivo per cui la richiesta di Giuseppe Arena, alias “Il Tropeano”, non veniva soddisfatta, segnalando, peraltro, che non si registravano comunque sviluppi ulteriori della vicenda, anche in ragione dell’apertura della clinica ulteriormente rinviata rispetto alla tempistica che il referente della struttura aveva riferito all’emissario della cosca Arena.

Giornalista
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