‘Ndrangheta: il controllo sugli appalti e le regole dei clan

Le mani delle ‘ndrine sui lavori pubblici. Arrestato un ex assessore. Nuove cariche mafiose per le cosche della jonica, “cuore” della struttura criminale calabrese
di Giuseppe Baglivo
4 luglio 2017
11:27
Conferenza stampa operazione Mandamento
Conferenza stampa operazione Mandamento

Un controllo asfissiante e capillare del territorio, con blasonati casali di ‘ndrangheta capaci di dettare “legge” e controllare ogni lavoro pubblico nelle zone di rispettiva competenza mafiosa. E’ quanto emerge dalle carte dell’inchiesta dell’operazione “Mandamento jonico”.  Nel mirino dei clan sono finiti persino i lavori di ripristino della rete ferroviaria di Condofuri, la sistemazione del polo archeologico di Locri, le opere idrauliche e fognarie di Natile di Careri, la costruzione del centro “Santa Marta” della Diocesi di Locri sino al ripristino di diverse importanti arterie stradali. Tutto concordato, per la Dda di Reggio Calabria. Bandi, vincitori, offerte preventive e imprese che dovevano aggiudicarsi i lavori. Fra i fermati c’è anche un politico: si tratta di Rocco Zito, ex assessore comunale di Careri. Con lui arrestato pure il direttore dei lavori Bruno Zappia.





Le ‘ndrine avrebbero poi accumulato fiumi di denaro grazie a maxi truffa nel settore agricolo, con i clan di Platì che avrebbero avuto un ruolo importante nella gestione illecita dei fondi comunitari. False assunzioni e falsi braccianti agricoli

 

Gli indagati complessivi dell’operazione sono 291, ai quali sono addebitati in totale 140 capi d’imputazione. Latitante, allo stato Giuseppe Pelle, di San Luca. L’indagine, sviluppata dai carabinieri del Ros e del Gruppo carabinieri di Locri, ha interessato la quasi totalità delle organizzazioni criminali comprese nel “mandamento” jonico, composto dai “Locali” più strutturati e maggiormente legati alle tradizionali regole della ‘ndrangheta, tanto da essere considerati il “cuore” dell’organizzazione.

 

Le regole e le nuove cariche. L’indagine ha consentito di definire ulteriormente il complesso sistema di regole e rituali della ‘ndrangheta, aggiornando le acquisizioni sul tema provenienti dall’indagine “Crimine”, individuando nuove cariche, doti e strutture sovraordinate di cui l’organizzazione si era da ultimo dotata per migliorare la sua efficienza operativa, in linea con quanto emerso nelle operazioni “Crimine” e “Saggezza” e nella recente indagine “Mamma Santissima” del Ros. In particolare, si è accertata la funzione svolta all’interno della ‘ndrangheta dal “capo Corona” e del “mastro di Corona” e sono state acquisite notizie in merito alle nuove doti di “cavaliere di Cristo”, “Crociata” e “Stella”.

 

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Scoperta pure l’esistenza di una struttura di livello sub intermedio della ‘ndrangheta definita dagli indagati  come “Corona” o “Sacra Corona” che raggruppa cinque o più locali di minore importanza allo scopo di avere un maggior peso decisionale negli equilibri complessivi. In tale contesto sono inoltre state accertate le modalità di funzionamento dei “tribunali” di ‘Ndrangheta e le procedure dei giudizi sugli affiliati sospettati di violazioni, nonché le regole applicabili in caso dello scoppio di faide fra i clan.

 

Giuseppe Baglivo

Giornalista
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