Il provvedimento

“Gentlemen 2” e “Reset”, maxi sequestro da 1,2 milioni di euro a un imprenditore vicino alla cosca Patitucci

La misura è stata eseguita dai militari del servizio centrale Ico e dei comandi provinciali della guardia di Finanza di Catanzaro e Cosenza

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di Redazione Cronaca
25 ottobre 2024
06:49

Nei giorni scorsi, i militari del servizio centrale Ico e dei comandi provinciali della guardia di Finanza di Catanzaro e Cosenza hanno eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Catanzaro. Tale sequestro è stato richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e riguarda due unità immobiliari, due imprese con relativi patrimoni aziendali, comprendenti numerosi appezzamenti di terreno, motoslitte, quad e rapporti bancari, per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro.

Questi beni sono collegati a una persona sospettata di avere legami con il gruppo mafioso "Patitucci" e classificato come "persona pericolosa" ai sensi del Decreto Legislativo 159/2011, in quanto indiziato di appartenere a un'associazione mafiosa (art. 416-bis c.p.). Si tratta di Erminio Pezzi, per gli inquirenti riconducibile al clan Patitucci di Cosenza.


La persona coinvolta è legata ai procedimenti penali denominati "Reset" e "Gentleman II". Il primo riguarda un'organizzazione mafiosa operante a Cosenza, mentre il secondo coinvolge un gruppo dedito al traffico di droga nella Sibaritide, nei quali, rispettivamente, sono stati ipotizzati i reati di partecipazione ad associazione mafiosa e di cessione di sostanze stupefacenti nel periodo compreso tra l’anno 2012 e il 2022. Entrambi i procedimenti sono in corso: il "Reset" si trova nella fase di giudizio abbreviato presso il GUP di Catanzaro, mentre "Gentleman II" è in fase dibattimentale presso il Tribunale di Castrovillari.

Il sequestro è stato disposto come misura cautelare, sulla base di approfondite indagini economico-patrimoniali coordinate dalla Procura di Catanzaro e condotte dagli specialisti del GICO e dalla Sezione Misure di Prevenzione. Queste indagini hanno mirato a verificare la disponibilità dei beni, la loro provenienza e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati. La misura è stata adottata in via preventiva, in attesa di un confronto in Tribunale che determinerà se vi sono le condizioni per la confisca definitiva dei beni.

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