68esimo anniversario

Marcinelle, una strage da non dimenticare: a perdere la vita in miniera anche tantissimi calabresi

In Belgio l'8 agosto 1956 morirono 263 minatori, la metà erano italiani. Il messaggio del presidente Occhiuto: «Tenere viva la memoria»

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di Redazione Cronaca
8 agosto 2024
09:47
Foto ansa
Foto ansa

8 agosto 1956. Miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle in Belgio). Scoppia un incendio. È una strage. Perdono la vita 262 minatori, di cui 136 italiani, per le ustioni, il fumo e i gas tossici. Molti erano calabresi, originari di Reggio Calabria, Cosenza, San Giovanni in Fiore, Caccuri, Cerenzia, Castelsilano, Santa Severina, Rocca Bernarda, Savelli, Scandale, di tutta la Sila e dell’intero Marchesato di Crotone.

Le scintille causate da un corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Fu una tragedia immane di cui ancora però si parla troppo poco. 


In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco. 

Occhiuto: «Tenere viva memoria»

«A 68 anni dalla tragedia di Marcinelle, in Belgio, in cui persero la vita in una miniera di carbone 262 operai, di cui la metà italiani, e tra questi moltissimi calabresi, abbiamo il dovere di tenere viva nella memoria questa enorme sciagura affinché drammi così dolorosi non si ripetano più.
Quell’8 agosto furono strappate alla vita persone che erano andate incontro all’emigrazione per consentirsi una vita dignitosa.
Come istituzioni oggi è nostro compito fare sempre di più per garantire ai nostri cittadini il rispetto di diritti e servizi primari, e creare quelle condizioni di sviluppo economico e sociale affinché nessuno debba più sentirsi obbligato a lasciare la propria terra e i propri affetti per inseguire un futuro migliore» - così in una nota il presidente della Regione Roberto Occhiuto.

Mancuso: «Una ferita profonda»

«Fu una tragedia europea e calabrese di cui, purtroppo, i manuali scolastici dicono ben poco, come poco si racconta dell’altra tragedia mineraria di Monongah (West Virginia) del 1907 in cui persero la vita tantissime persone costrette a lasciare le loro terre alla ricerca di un’occasione di lavoro». È quanto asserisce il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ricordando i fatti di Marcinelle.

«Una tragedia - dice - della quale occorre continuare ad assumerci la responsabilità della memoria. Non solo per non dimenticare i tempi drammatici in cui dall’Italia si emigrava per cercare opportunità di riscatto sociale, ma perché i 262 minatori morti (136 partiti da più regioni italiane) la mattina dell’8 agosto del ’56 nell’incidente minerario di Marcinelle (Belgio), rappresentano una ferita profonda che ha segnato l’identità italiana ed europea.  Il Consiglio regionale della Calabria - sottolinea il presidente Mancuso nel 68mo anniversario - rivolge un pensiero commosso al sacrifico dei lavoratori italiani nel mondo e segnatamente ai minatori che giunsero nella miniera belga, accolti non in case confortevoli ma in baracche, da San Giovanni in Fiore, Caccuri, Cerenzia, Castelsilano, Santa Severina, Rocca Bernarda, Savelli e Scandale».
Infine: «Questa è anche l’occasione per ricordare, in un’Europa che ha necessità di potenziare l’integrazione nel rispetto della sicurezza e dignità del lavoro, tutti i lavoratori italiani che hanno contribuito allo sviluppo di altre nazioni. Auspico anch’io, come sostiene il presidente del Cnel Renato Brunetta, che l’8 agosto diventi la Giornata Europea nel ricordo di Marcinelle, per una nuova coscienza e memoria comune».

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