Mandamento, la resa della Barbalace

Si dimette l'assessore allo Sviluppo economico. I reati contestati si riferiscono a un periodo antecedente alla sua nomina e sono abuso d'ufficio in concorso, truffa aggravata e truffa aggravata per il conseguimento delle erogazioni pubbliche
di Redazione
9 luglio 2017
15:56
Regione Calabria, Carmen Barbalace
Regione Calabria, Carmen Barbalace

L'assessore allo Sviluppo economico e alla promozione delle Attività produttive della Regione Calabria, Carmen Barbalace, si è dimessa. A comunicarlo è stato lo stesso assessore Barbalace -come anticipato nell'articolo su Lacnews24, a firma di Riccardo Tripepi, "Barbalace verso le dimissioni"-  indagata nella qualità di dipendente dell'ente regionale, nell'inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato al fermo di 116 persone accusate di fare parte delle più importanti cosche del “mandamento” ionico della 'ndrangheta.

 


Operazione Mandamento Jonico, i reati contestati

I reati contestati allaBarbalace, che fa parte della Giunta regionale dal 2015, si riferiscono a un periodo antecedente alla sua nomina assessorile e sono abuso d'ufficio in concorso, truffa aggravata e truffa aggravata per il conseguimento delle erogazioni pubbliche.

 

Le parole della Barbalace

Nella lettera inviata al presidente della Regione, Barbalace, motiva la propria decisione parlando di "profonda amarezza che nasce dalla consapevolezza dell'assoluta estraneità della mia persona rispetto ai contesti criminali che vengono descritti nel provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e dalla correttezza trasparenza e onestà che hanno improntato la mia azione amministrativa. Le mie dimissioni - prosegue - costituiscono un atto di assoluto e incondizionato rispetto nei confronti della magistratura e, soprattutto, dei cittadini calabresi. Non posso esimermi, nel contempo, dall'esprimere le mie perplessità in ordine ai meccanismi che innesca l'ipotesi di reato, tutta da verificare, e ai riflessi che riverbera in ambito umano e politico- amministrativo".

 

 

"Non ho il benché minimo dubbio - aggiunge ancora Barbalace - sul fatto che i magistrati reggini, ascoltate le mie ragioni, sanciranno la mia estraneità rispetto a qualsivoglia ipotesi di reato. Ma sarà passato un tempo inaccettabile, infinito. E nessuno potrà ristorarmi dei danni che fino ad allora avrò subito. A Mario Oliverio e ai colleghi della giunta consegno, in uno con i ringraziamenti per la fiducia sin qui accordatami, il frutto del mio lavoro". (ANSA).

 

Per approfondire "Barbalace indagata, il WhatsApp di Pasquale Motta"

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