Le mani dei Grandi Aracri sul porto di Imperia

Nuovi particolari spuntano dall’Inchiesta Aemilia. Sarebbe stata una società direttamente riconducibile al boss Nicolino Grande Aracri a realizzare effettivamente i lavori per il porto di Imperia.
di Redazione
10 febbraio 2015
14:48

Secondo quanto riportato dal Corriere della Calabria, ci sarebbero le mani dei Grandi Aracri dietro la costruzione del Porto turistico di Imperia. Ad affermarlo sono i verbali della Dda di Catanzaro e di Bologna che, dopo lunghe indagini, hanno svelato come gli affari del clan di Cutro non hanno confini precisi ma sono in grado di arrivare anche dove meno te lo aspetti. È, così è stato. Nella già discussa realizzazione del porto turistico di Imperia, infatti, ci sarebbe l’ombra del clan Grande Aracri.

 


Ciò che gli inquirenti non avevano capito, all’epoca dell’inchiesta sul porto di Imperia, è che la Save Group società che aveva subappaltato numerosi lavori sul porto, faceva capo direttamente al boss Nicolino Grande Aracri.

 

L’appalto per la realizzazione del porto era stato vinto da una società riferibile a Bellavista Caltagirone, noto imprenditore del settore, inizialmente arrestato nell’inchiesta Porto di Imperia che aveva portato anche all’iscrizione sul registro degli indagati per Claudio Scajola, oggi imputato per aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

 

In realtà, gli inquirenti scopriranno che “Acquamare s.r.l. – si legge nelle carte dell’inchiesta – una volta ottenuto l'appalto da Porto di Imperia s.p.a. per la realizzazione del porto, ha sub-appaltato l'intera opera a Peschiera Edilizia s.r.l., la quale ha a sua volta sub-appaltato le opere a mare a Sielt s.r.l. e le opere a terra a Euroappalti s.r.l., le quali a loro volta hanno sub-appaltato rispettivamente a Save group (Opere a mare) e a Impregeco (Opere a terra)".

 

A raccontare tutto questo agli investigatori è Alessandro Bottazzi, all’epoca responsabile della Save group il quale spiega che “al di là del dato formale dei contratti nei rapporti diretti il mio referente era l'Ing. Francesco Bellavista Caltagirone. La contrattazione l'hanno fatta Vecchi Giovanni, il legale rappresentante della Save e Caltagirone. L’interlocutore principale anche per quanto le scelte "estetiche" più importanti era sempre lui. Caltagirone veniva spesso sul cantiere a volte ricordo anche la domenica per seguire direttamente i lavori”. Non a caso, aggiunge Bottazzi “la stipulazione dei contratti tra Save e Sielt come tra Euro Appalti ed Impregeco è avvenuta materialmente a Roma in via Lungotevere Aventino n. 3, una residenza storica ove hanno anche sede Acqua Marcia s.p.a. e Peschieras.r.l”.

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