Prostituzione, amianto e degrado: a Lamezia esplode la protesta (VIDEO)

I cittadini di Sant'Eufemia si uniscono per attirare l'attenzione sulle criticità della zona e avanzare proposte di risoluzione ma anche per richiamare al senso civico e alla cura dei luoghi comuni
di Tiziana Bagnato
26 marzo 2018
14:06

Amianto, prostituzione e degrado. I cittadini di Sant’Eufemia, quartiere ed ex comune di Lamezia Terme, hanno formato un gruppo di lavoro per richiamare attenzione ed avanzare soluzioni sulle tante carenze dei luoghi in cui vivono. LaCNews24 ha incontrato alcuni dei delegati del gruppo: padre Giuseppe Martinelli, Giuseppe Laganà ed Emanuela Milone.  Tre i luoghi simbolo per dare una cornice del lento ed inesorabile degrado in cui l’area sta cadendo. Anche se basta poco, un rapido sguardo, per notare come i cumuli di spazzatura siano ovunque, l’erba alta e l’incuria stiano prendendo il sopravvento. Come nel caso dello zuccherificio di Sant’Eufemia. «E’ la prima cosa che si nota arrivando – ci fa notare il sacerdote - ma sta collassando su se stesso ed è pieno di amianto, è urgente una bonifica, ne va della salute dei cittadini».

 


Pochi passi e si arriva alla “Locomotiva”. Si tratta della storica locomotiva 740287 simbolo della presenza delle Ferrovie dello Stato a Lamezia Terme. Lucido e fiammante, il mezzo è circondato da erbacce e da un via vai di prostituzione. Anche in pieno giorno. Nei pochi minuti in cui stazioniamo tante sono le macchine che rallentano e si avvicinano ad una giovanissima ragazza straniera. Quella della Locomotiva è diventata così un’area da evitare, specie la sera. Eppure, ricorda Giuseppe Laganà, c’è un progetto, uno studio di fattibilità tra Comune, Multiservizi e Regione Calabria per trasformare l’area in un hub del trasporto su gomma e questo porterebbe per forza di cose ad una riqualificazione dell’area e ad un movimento continuo di gente che impedirebbe fenomeni come quello della prostituzione.


Ci sono poi i parchi giochi. Ne andiamo a visitare uno prospicente le case popolari. I giochi sono rotti, divelti, immersi nella vegetazione alta. Completamente inutilizzabili. «Vogliamo interrompere questa spirale negativa – spiega Emanuela Milone – il degrado genera degrado  e i nostri luoghi hanno perso la loro destinazione d’uso. Ecco perché ci rivolgiamo anche ai cittadini affinché ognuno faccia la sua parte».

Giornalista
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