Criminali in azione

Lamezia, furto di 300 euro e danni per 45mila alla cooperativa sociale Ciarapanì. Don Panizza: «Così si ostacolano opportunità»

Colpito un ente della rete di Comunità Progetto Sud. I frammenti di costose attrezzature sparsi a terra «come i sassolini di Pollicino» tra il parcheggio dell'ospedale e il capo rom di Scordovillo. Il sacerdote: «Qualcuno voleva forse insinuare qualche pregiudizio?»

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di Redazione Cronaca
5 settembre 2024
08:40
Le attrezzature distrutte
Le attrezzature distrutte

«Soldi rubati: 300 euro. Danni alla cassa e al sistema di videosorveglianza: 45mila euro. I frammenti di alcuni pezzi divelti dalle nostre costose apparecchiature, sparsi a terra, segnano il percorso che dal parcheggio, da noi gestito nell’ospedale di Lamezia Terme, va verso il limitrofo “campo rom” di Scordovillo». A darne conto, in una nota, don Giacomo Panizza

«“Come i sassolini di Pollicino”, commenta Antonio Rocca, presidente della “Cooperativa sociale Ciarapanì”, ente della rete di Comunità Progetto Sud - prosegue -. Le tracce lasciate sono evidenti, spudorate, insinuano istintivamente il pregiudizio che qualcuno del campo rom, da sé o insieme ad altri, possa aver procurato questi ingenti danni come avviene da tempo a Lamezia Terme e Catanzaro, a Gioia Tauro e Reggio Calabria e anche altrove».


«Se siffatto pregiudizio risultasse invece giudizio veritiero, fa venire spontaneo chiedersi: “Perché alcuni rom avrebbero recato così tanto danno ad altri rom lavoranti della cooperativa sociale? Sarebbe lo stesso che viene fatto da alcuni lametini o calabresi o italiani quando causano altrettanti danni ad altri lametini, calabresi e italiani? Oppure, si tratterà di una banda criminale mista, di vari gruppi e provenienze, per come avviene nello smaltimento abusivo di pneumatici e di rifiuti inquinanti, eccetera?” … E basta!», aggiunge don Panizza.

E conclude: «Simili danneggiamenti economici e la devastazione insensata di strumenti moderni, utili e costosi, purtroppo, ostacolano tante opportunità concrete di poter creare lavoro produttivo e cittadinanza in Calabria, anche insieme alle persone fragili. Tali crimini indeboliscono le economie delle nostre associazioni e cooperative sociali, ma non ancora l’intenzione di vivere il presente e il futuro del nostro Sud».

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