L’incontro di Gallo con un uomo vicino alla ’ndrangheta: così un pedinamento ha fregato i super hacker di Equalize
Ecco come sono nate le indagini che hanno svelato la fabbrica dei dossier. Dai primi accertamenti contatti dell’ex super poliziotto con Dell’Utri e due prefetti. Il tentativo di entrare nei parcheggi di San Siro «gestiti dalla criminalità organizzata»
Gestivano migliaia di accessi alle banche dati delle forze dell’ordine, puntavano sui trojan per controllare i telefoni delle loro vittime su commissione e sono stati beccati grazie a un pedinamento. Indagini vecchio stile battono la tecnologia: è il paradosso dell’inchiesta sulla centrale di dossieraggio guidata a Milano dall’ex super poliziotto Carmine Gallo. Paradosso tra i paradossi è il fatto che proprio lui sia il protagonista del passo falso che ha dato il via agli approfondimento sulla fabbrica dei dossier.
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Estate 2022: i carabinieri seguono un «soggetto legato alla criminalità organizzata lombarda». Il suo nome è omissato per non bruciare un’altra indagine ma si tratterebbe di un uomo che gli investigatori considerano vicino alla ’ndrangheta. Quel giorno di giugno di due anni fa Gallo finisce nel mezzo di un pedinamento. I carabinieri prendono nota, incrociano dati e foto: tirano fuori il suo nome. Parte da qui l’indagine che li condurrà fino al cuore degli archivi ministeriali utilizzati dagli indagati per estrarre dati e ottenere informazioni riservate. Hanno soltanto un nome, “Carmine”, ma la ricerca li conduce facilmente al deus ex machina di Equalize. Sede in via Pattari numero 6, proprio a due passi dal bar in cui è avvenuto l’incontro che ha dato il via all’indagine.
Dai contatti con il presunto ’ndranghetista spunta l’utilizzo, da parte dell’ex super poliziotto, di una scheda telefonica «intestata fittiziamente» a una 60enne bielorussa: il traffico ricostruito su questa utenza rivela contatti con «diverse utenze intestate a cittadini extracomunitari del tutto inesistenti». I tabulati, poi, «permettono di ricostruire come nel 2020 Gallo avesse avuto contatti con l’utenza intestata e in uso a Marcello Dell’Utri», ex braccio destro di Silvio Berlusconi condannato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. All’alba delle indagini, i militari ricostruiscono la rete di relazioni di Gallo. Che è quella di un investigatore di primo livello. Si sente con prefetti: con uno parla «di aver veicolato all’intelligence una donna di fiducia», con l’altro – che sembra avere un interesse commerciale sui prodotti informatici veicolati da Gallo – «discute dei progetti informativi di Equalize». Mostra di avere «conoscenze di primo livello anche nella Polizia postale». La sua esperienza, in sostanza, «l’ha messo nelle condizioni di conoscere numerosi fatti di rilevanza strategica e di lavorare con i massimi esponenti nazionali ed esteri delle forze di sicurezza».
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Tra le conversazioni intercettate ce n’è una che apre un altro possibile collegamento tra Gallo e un business che gli investigatori considerano come gravitante nell’orbita della criminalità organizzata. «Tra le varie attività - appuntano i carabinieri - la Equalize è interessata all’acquisizione “in pianta stabile” di un parcheggio presso lo stadio di San Siro». Il più interessato all’affare è il manager Pierfrancesco Barletta, ex socio di minoranza della società e già membro del Cda di Leonardo-ex Finmeccanica. Anche Gallo, però, «ritiene che la cosa possa essere un buon investimento in quanto consentirebbe di offrire un buon servizio alla clientela e alle persone da “fidelizzare”». Una partita dell’Inter o del Milan con posto in tribuna Vip e posto auto di pregio direttamente sotto lo stadio per attrarre nuovi clienti interessati ai servizi degli hacker.
Barletta vorrebbe proprio comprare, Gallo trova un contatto che gli spiega di non essere più lui a gestire il servizio ma il socio non ci crede molto. I parcheggi di San Siro - lo ipotizza l’inchiesta Doppia Curva della Dda di Milano - sono una nebulosa in cui si muove anche la ’ndrangheta. Lo confermano anche i commenti nell’informativa sugli spioni: «L’evenienza che i parcheggi di San Siro appartengano alle società calcistiche come facciata e la reale gestione sia invece demandata a soggetti legati al mondo delle tifoserie “ultras” e della criminalità non è una novità investigativa». Barletta ha anche un passato da dirigente dell’Inter e ricorda gli scontri tra due capi ultrà, Vittorio Boiocchi (ucciso nel 2022) e Franco Caravita, originario del Catanzarese, per il predominio sulla Curva nerazzurra. «Negli anni in cui c’ero io - dice - c’era sempre Caravita». Queste conversazioni, secondo gli investigatori, si inseriscono nel tipico modus operandi del gruppo della Equalize e di Gallo, ovvero mettere in moto la propria rete di amicizie, conoscenze e rapporti per ottenere l’obiettivo prefissato, anche facendo ricorso alla rete di amicizie più “scomoda” ovvero quella legata alla criminalità».