Intimidazioni ai Congiusta, don Stamile: «Non soli, insieme per la verità»

Il referente regionale Libera Calabria sugli episodi a danni della famiglia di Gianluca, il giovane imprenditore ucciso a Siderno: «Quello che stiamo vivendo è il tempo per parlare»

 

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di Redazione
21 settembre 2018
11:08
Libera, don Ennio
Libera, don Ennio

«A distanza di un mese dalla morte del caro Mario Congiusta, un uomo, un padre di famiglia, un onesto lavoratore, che ha lottato ben tredici anni al fine di ottenere giustizia per il barbaro assassinio di suo figlio Gianluca, rimasto vittima innocente di mano criminale e spietata il 24 maggio 2005, si ripetono gli atti intimidatori verso la sua famiglia, l’ultimo dei quali proprio dinanzi al portone della loro abitazione in Siderno». Così in una nota don Ennio Stamile, referente regionale Libera Calabria in relazione agli ultimi gravi episodi che hanno vista vittima la famiglia Congiusta.

 


«La comunità sostenga questa famiglia»

 

«Pur rimanendo sconcertati di fronte a simili gravi e macabri gesti intimidatori, visto l’esito della sentenza della Cassazione che ha assolto il boss Tommaso Costa, ritenuto dalla Dda reggina l’assassino del giovane imprenditore di Siderno, oltre ad esprimere la nostra ferma condanna verso tali reiterati atti, confermiamo la nostra vicinanza e solidarietà alla moglie Donatella ed alle figlie Roberta e Alessandra. Auspichiamo che la comunità di Siderno, i tanti politici calabresi ed il vasto e variegato modo delle associazioni, rimasti incomprensibilmente assenti nel giorno in cui si sono celebrati i funerali nella Chiesa di Porto Salvo, sappiano finalmente stringersi verso questa famiglia già segnata da troppo dolore».

 

Mario «testimonianza di familiare di vittima innocente»

 

«Auspichiamo, altresì, che possa crescere il senso di gratitudine verso la memoria di Mario, che ha saputo portare la sua testimonianza di familiare di vittima innocente, spesso anche fuori i confini della Calabria, facendo suo quel grido di dolore che accomuna centinaia di familiari di vittime innocenti che ancora oggi attendono giustizia. Come amava spesso ripetere il nostro caro Mario, sono proprio questi “i veri condannati alla sofferenza a vita”».

 

«Insieme in questa battaglia per la verità»

«Assicuriamo alla famiglia Congiusta, oltre che sostegno e vicinanza, anche la ferma decisione di voler fare nostra la battaglia, a volte davvero ostica, per il raggiungimento della piena verità unica e sola via per ottenere giustizia. Pur rispettando le decisioni della magistratura, anche quando esse risultano davvero difficili da accettare, soprattutto dopo diversi gradi di giudizio e di relativa condanna nei confronti del menzionato boss, ribadiamo la nostra ferma e risoluta decisione a voler continuare il nostro quotidiano impegno per la crescita del senso di responsabilità e di cittadinanza attiva, affinché anche attraverso quei valori non negoziabili e non derogabili di verità e  giustizia possiamo sperimentare l’autentica liberazione di questa martoriata terra di Calabria, da ogni forma di violenza, di sopraffazione, di collusione e di corruzione. Facendo nostro l’invito del vescovo di Molfetta don Tonino Bello, che anche papa Francesco nello scorso mese di Aprile ha voluto ricordare ed omaggiare recandosi a pregare presso la sua tomba, ricordiamo che quello che stiamo vivendo è il tempo per parlare. E voglia il cielo che tutti ci persuadiamo di questa verità: che delle nostre parole dobbiamo rendere conto davanti al tribunale della storia, ma dei nostri silenzi dobbiamo rendere conto davanti al tribunale di Dio».

 

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