Fusione ospedali Catanzaro, Bova prova a gettare acqua sul fuoco

Il presidente della Commissione regionale antindrangheta ha inviato una lettera al presidente della commissione regionale sanità chiedendo di rimuovere gli ostacoli alla nascita di un polo sanitario nell’area centrale calabrese sollevati dal Governo

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di R. G.
4 giugno 2019
15:38
Arturo Bova
Arturo Bova

Il consigliere regionale e presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria Arturo Bova, prosegue nella sua azione diretta a disinnescare l’impugnativa governativa della legge regionale che ha previsto l’integrazione delle due aziende ospedaliere di Catanzaro Pugliese-Ciaccio e Mater Domini. A tal fine, dopo aver depositato una proposta di legge di modifica e adeguamento ai rilievi di incostituzionalità e alle criticità evidenziate dal Consiglio dei Ministri, nella mattina di ieri ha inviato una lettera al presidente della commissione regionale sanità, Michelangelo Mirabello, a tutti i componenti e, per conoscenza, al Presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto nella quale si legge: «da un’attenta lettura della delibera del Consiglio dei Ministri dell’8 maggio 2019 con cui il Governo ha impugnato la legge della Regione Calabria n. 6 del 13 marzo 2019, appare evidente che i rilievi mossi dal Consiglio dei Ministri siano esattamente gli stessi che io avevo paventato in discussione sia durante le Commissioni di merito, sia durante la seduta del Consiglio Regionale. La mancata precisazione della natura giuridica e relative modalità operative della nuova azienda ospedaliera, l’integrazione del presidio ospedaliero Giovanni Paolo II di Lamezia Terme e la poca chiarezza relativa alla cessazione degli incarichi dirigenziali, sono alcuni dei presupposti di illegittimità sollevati dal Governo».

L'appello di Bova

Per l'onorevole Bova «non può sottacersi che proprio per superare quelle perplessità, avevo depositato degli emendamenti alla proposta di legge che, purtroppo, non sono stati considerati, con la conseguenza che, ancora una volta, la partita è stata vinta da chi voleva solo buttare fumo negli occhi e, semmai, fare gli interessi non dei calabresi, bensì delle solite lobby non dichiarate. Il ricorso governativo, lo ripeto ancora una volta, a mio avviso è più che fondato e, di fatto, oggi blocca la nascita di un polo sanitario forte ed efficiente nell’area centrale della Calabria». Il nuovo testo depositato, dunque, prende le mosse da quegli emendamenti e dalle risultanze della stessa delibera del Consiglio dei ministri: «L’attesa del pronunciamento sulla legge da parte della Corte Costituzionale– scrive ancora Bova nel testo recapitato ai colleghi consiglieri - rinvierebbe a tempo indeterminato l’integrazione delle aziende. Per questo motivo, onorevole presidente, Le chiedo l’immediata calendarizzazione in terza Commissione per l’esame di merito in modo da agevolare e velocizzare la trasmissione della proposta di legge alla seconda Commissione per il relativo parere. L’obiettivo è superare in tempi brevi, ben prima che ci arrivi la Consulta, gli ostacoli costituzionali riducendo significativamente i tempi per la nascita dell’azienda unica». Infine, la lettera di Bova si chiude con un appello: «Il nostro mandato, cari colleghi, è ormai prossimo alla conclusione e vorrei che la città di Catanzaro e l’intero sistema sanitario regionale, possano ricevere un forte segnale da questa nostra esperienza di governo che ha già prodotto importanti risultati in termini legislativi ma che ha la responsabilità di lavorare fino all’ultimo giorno nel conseguimento degli intessi superiori del popolo calabrese».


Giornalista
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