IL DOCUMENTO | Quando Lucano rispose al Ministero: «Per evitare le criticità avrei dovuto abbandonare gli immigrati in strada»

Le controdeduzioni del primo cittadino di Riace, indagato per concussione e truffa, alla relazione degli ispettori ministeriali contestano punto per punto le criticità sollevate
di Ilario  Balì
6 ottobre 2017
21:04
Mimmo Lucano, sindaco di Riace
Mimmo Lucano, sindaco di Riace

A posteriori, è un documento che sa di beffa. Dai pocket money alle spese per il carburante, dalle parentele ai fascicoli personali. Le controdeduzioni di Mimmo Lucano (oggi indagato per concussione e truffa) alla relazione degli ispettori ministeriali contestano punto per punto le criticità sollevate.

 


«I toni e le deduzioni degli ispettori – scriveva il sindaco di Riace nella missiva inviata al Viminale - appaiono immotivatamente “punitivi” ed “ostili”. L’interesse che Riace ha suscitato agli occhi del mondo è il risultato di un lavoro, di una “mission” iniziata per una pura casualità. Questa non può essere considerata una colpa».

Capitolo bonus

L’intuizione nasce a tutela della dignità del rifugiato spesso umiliato nella consegna degli alimenti. Per Lucano la presunta difformità di qualche firma «Sarà frutto di qualche errore e non inficia la bontà dell’istituto bonus. Nessun interessato – prosegue Lucano - ha mai mosso contestazione o dubbio alcuno e la bontà dello stesso ben poteva essere valutata dagli ispettori attraverso l’audizione degli interessati. Le fatture fin qui pagate erano perfettamente ammissibili».

Dai funzionari ministeriali anche sospetti sulle spese del carburante

«La criticità è assolutamente fuorviante – rimarca Lucano - Il riscontro degli ispettori tra quantità di gasolio e chilometraggio rinvenuto sull’autovettura in uso è un dato parziale, in quanto in diverse occasioni al fine di fronteggiare esigenze operative anche gravi è stato necessario utilizzare più autovetture e quindi più carburante. Il riscontro lo hanno potuto fare solo sull’unica automobile registrata e autorizzata dal servizio centrale».

Per il Ministero vi sarebbe inoltre una spesa non giustificata di 638.750 euro. «E’ un’affermazione infondata –si legge nella lettera - Detta somma è stata regolarmente spesa e contabilizzata nell’ambito del progetto seppur a favore dei rifugiati di lungo periodo. Su questo argomento esiste una forte criticità del sistema in quanto il periodo temporale previsto dalle linee guida è insufficiente, rigido e spesso non rispettoso della dignità del rifugiato».

 

Contestato anche l’impiego nelle coop cittadine di persone legate al sindaco da rapporti di parentela

«Impossibile evitarle in un paese che conta circa 1500 abitanti e le cui relazioni sociali sono quasi del tutto sovrapponibili a quelle familiari – sottolinea il sindaco - La chiamata diretta fiduciaria è prevista dalla legge. Anzi la proroga ne garantisce la continuità».

 

Ilario Balì

Giornalista
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