Inchiesta Calabria Verde, domani l’udienza sul rinvio a giudizio

Coinvolti anche il presidente Oliverio e l’ex assessore Trematerra. Secondo l’accusa avrebbero violato una serie di leggi per favorire illecitamente Giuseppe Barilaro, dipendente del Comune di Francica oltre che sindaco di Acquaro

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di Redazione
27 dicembre 2018
17:47
I carabinieri nella sede di Calabria Verde
I carabinieri nella sede di Calabria Verde

Si terrà domani a Catanzaro l’udienza preliminare sull’inchiesta di Calabria Verde per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura del capoluogo nei confronti del presidente della Regione, Mario Oliverio, del sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro, 39 anni (già presidente del Consiglio provinciale di Vibo Valentia), dell’attuale presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, 64 anni, di Aiello Calabro, in qualità di “capostruttura del presidente” Oliverio, di Michele Trematerra, 54 anni, di Acri, all’epoca dei fatti assessore regionale all’Agricoltura ed alla Forestazione con il centrodestra, di Franca Arlia, 67 anni, di Paola, dirigente di Calabria Verde, di Paolo Furgiuele, 59 anni, di Amantea, ex direttore generale di Calabria Verde, ente strumentale della Regione Calabria.

L’accusa mossa dai magistrati è di abuso d’ufficio in quanto quali “pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio” avrebbero violato una serie di leggi ed anche alcuni principi stabiliti dalla Costituzione per favorire illecitamente Giuseppe Barilaro, dipendente del Comune di Francica, oltre che sindaco di Acquaro. Un’azione amministrativa non imparziale avrebbe portato gli indagati, ad avviso della Procura di Catanzaro, a procurare intenzionalmente il “comando” – e successivamente la proroga del “comando” – di Giuseppe Barilaro dal Comune di Francica, ove prestava servizio, a “Calabria Verde”, senza “alcuna previa ed effettiva valutazione delle specifiche competenze in relazione alle esigenze organizzative e funzionali dell’ente in house, come l’adeguatezza professionale del predetto Barilaro rispetto all’interesse dell’ente, ma ancor più gravemente – sottolinea la Procura – in assenza di qualsivoglia esigenza organizzativa e funzionale  di Calabria Verde che giustificasse siffatto comando”.



Il tutto in base a “meri rapporti personali e di comune cointeressenza politica, intrattenuti da Michele Trematerra e perpetuatisi per il tramite di Mario Oliverio e Franco Iacucci con Giuseppe Barilaro, già presidente del Consiglio provinciale di Vibo e sindaco di Acquaro”. Nomina ritenuta ancor più grave dagli inquirenti poiché Calabria Verde “già esprimeva al suo interno adeguate figure professionali”. Per la Procura si è in presenza di un “macroscopico eccesso di potere, trattandosi di un comando dal Comune di Francica a Calabria Verde in favore di Barilaro dettato da mere logiche e strategie politiche, funzionali a collocare una persona di fiducia in grado di controllare ed orientare, anche in ragione del pregresso consenso politico, il bacino elettorale costituito da numerosi operai idraulico-forestali alle dipendenze di Calabria Verde, in particolare nel distretto del Vibonese”.


Michele Trematerra, in accordo con Giuseppe Barilaro (all’epoca entrambi dell’Udc), si sarebbe quindi adoperato con il direttore generale di Calabria Verde, Paolo Furgiuele, “caldeggiando l’assorbimento di Barilaro in Calabria Verde, assumendone l’importanza sul piano politico-elettorale”. Barilaro, così, l’8 maggio del 2014 – previo accordo con Trematerra e Furgiuele –“chiedeva formalmente di essere utilizzato in posizione di comando negli uffici di Calabria Verde”. Furgiuele, quindi, “sebbene consapevole dell’inutilità per l’Ente del comando di Barilaro, si adoperava con la dirigente Franca Arlia la quale chiedeva al Comune di Francica il nulla-osta all’utilizzo di Giuseppe Barilaro in posizione di comando a Calabria Verde”.


Con una determina “del tutto priva di motivazione”, Calabria Verde veniva poi vincolata al rimborso delle spettanze e oneri di Barilaro in favore del Comune di Francica (per un ammontare non inferiore a 8.164,16 euro di complessivi 31.877,55 euro) dall’ottobre 2014 al 31 dicembre dello stesso anno. Nel 2015 sarebbero stati, secondo l’accusa, Mario Oliverio e il suo capo-struttura Franco Iacucci (che è anche presidente della Provincia di Cosenza) a perorare la permanenza di Giuseppe Barilaro a Calabria Verde in quanto divenuto loro referente politico”. Giuseppe Barilaro aveva infatti abbandonato l’Udc per passare al Pd. Il danno “ingiusto” a Calabria Verde viene quantificato per il primo comando in 8.164 euro, cioè l’ammontare dei rimborsi corrisposti al Comune di Francica, “senza prestazione di attività lavorativa alcuna da parte di Giuseppe Barilaro, ovvero esigenza di essa, in favore di Calabria Verde”.


Per la seconda nomina, quella di Giuseppe Barilaro a responsabile del settore Forestazione del distretto di Serra San Bruno, il danno per la Regione Calabria ammonterebbe a 15.884 euro. In quest’ultimo caso, “determinatori ed istigatori” della condotta illecita vengono indicati Mario Oliverio e Franco Iacucci, che avrebbero raccomandato di mantenere Giuseppe Barilaro a Calabria Verde “promuovendone finanche la nomina a responsabile del Distretto territoriale di Vibo Valentia”. Furgiuele per assecondare le richieste di Oliverio e Iacucci, avrebbe così indotto “Antonio Errigo a dimettersi” mentre Franca Arlia nel settembre del 2015 “con una motivazione apodittica incaricava Giuseppe Barilaro della responsabilità dell’ufficio del Distretto di Serra San Bruno di Calabria Verde”.

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