È “il braccio economico delle cosche”, confiscati beni a imprenditore reggino - VIDEO

È accusato di trasferimento fraudolento di beni aggravato dal metodo mafioso. 50 milioni di euro il valore di quanto sottratto
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17 aprile 2018
07:10

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, su disposizione della Corte di  Appello di Reggio Calabria hanno eseguito nei confronti di Giuseppe Rocco Rechichi cl. ’58, imprenditore reggino ritenuto appartenente alla cosca di ‘ndrangheta dei “Tegano”, la confisca del suo intero patrimonio.

Operazione Astrea

Tale provvedimento  si fonda sulle risultanze delle indagini di cui all’operazione “Astrea”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di  Reggio Calabria, conclusa con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei  confronti di 11 presunti affiliati/contigui alla cosca di ‘ndrangheta “Tegano” di Reggio  Calabria – tra cui il predetto RECHICHI Giuseppe Rocco - per il  trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso per aver posto in essere una serie di fittizie intestazioni di  beni/aziende, giungendo - tra l’altro, tramite le stesse - ad infiltrare con conseguenti  condizionamenti gestionali, la società “Multiservizi S.p.a.” a capitale misto partecipata  dal Comune di Reggio Calabria.


Sigilli sui beni

In tale contesto erano state sottoposte a sequestro preventivo le seguenti società reggine - riconducibili a RECHICHI Giuseppe Rocco - comprensive delle quote  societarie, dei conti correnti e di tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale, per  un valore a suo tempo stimato in € 50.459.542:

- “SI.CA. S.r.l.”, esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di materiali da

costruzione”;

- “REC.IM. S.r.l.”, esercente l’attività di “compravendita di beni immobili effettuata su

beni propri”;

- “COM.EDIL di RECHICHI S.r.l.”, esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di

materiali da costruzione”.

Successivamente, le posizioni del richiamato procedimento “Astrea” e quelle del  procedimento “Archi” – quest’ultimo relativo all’omonima operazione di polizia condotta  dalla Questura di Reggio Calabria, conclusa nell’anno 2011 con l’esecuzione di n. 21  provvedimenti restrittivi cautelari nei confronti di presunti affiliati alla predetta cosca  reggina per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. (associazione per delinquere di tipo  mafioso) - confluivano nel medesimo processo.

La cosca Tegano

Al riguardo, “… RECHICHI Giuseppe costituisce l’anello di congiunzione tra i due  procedimenti confluiti nel presente processo (p.p. “Archi”, p.p. “Astrea”) ... l’imputato è  chiamato a rispondere, per un verso, della condotta partecipativa alla cosca TEGANO ein riferimento alla misura cautelare eseguita sui compendi societari della “SI.CA.  S.r.l.”, della “REC.IM. S.r.l.” e della “COM.EDIL di RECHICHI S.r.l.”, il G.U.P. del  Tribunale di Reggio Calabria - con sentenza emessa in data 16.07.2012 – disponeva la  confisca di quanto già sottoposto a sequestro preventivo.

Il braccio economico delle cosche

Dalla lettura del provvedimento della Corte di Appello emerge che: “...Quanto in atti, secondo  il G.U.P., comprova come l’uomo  costituisca un vero e proprio braccio economico  del sodalizio esaminato, con ogni probabilità ancor più marcatamente di altri sodali e  coimputati … omissis … essendo riuscito, grazie anche all’ausilio di liberi professionisti  e probabilmente, di centri di potere ancora nell’ombra, a penetrare ed infiltrare persino  la Multiservizi S.p.A., società cd. mista, costituita dal Comune di Reggio Calabria per la  gestione, tra l’altro, della manutenzione ordinaria e straordinaria di beni di proprietà  dell’ente locale.

 

Società di cui lo stesso RECHICHI, sino al momento del suo arresto  nell’ambito dell’operazione “Archi”, è stato il reale dominus o comunque soggetto  munito al suo interno di sicuro potere decisionale, svolgendo in seno alla stessa le  funzioni di “direttore operativo”. Il G.U.P. rileva che dalle dichiarazioni dei collaboratori  (Fiume, Iannò, Moio, Fracapane, Lo Giudice) emerge la figura del Rechichi quale  affiliato di un certo spessore all’interno del sodalizio di appartenenza radicato nel  quartiere Archi di Reggio Calabria…”.

 

"Dedito alla gestione di affari illeciti"

E’  stato infine, condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. “…  quale partecipe qualificato dell’articolazione territoriale dell’associazione di tipo mafioso  ed armata indicata in premessa, risulta stabilmente dedito alla gestione degli affari  illeciti della cosca TEGANO – di cui è rilevante espressione imprenditoriale nella veste  di socio privato della società mista Multiservizi S.p.A. – oltre che in Reggio Calabria  anche in altre parti del territorio nazionale, con compiti di pianificazione ed esecuzione  delle specifiche attività illecite a lui delegate dal vertice dell’organizzazione; ha svolto e  svolge, inoltre, attività di supporto alle azioni criminali della cosca forte del ruolo  acquisito durante la guerra di mafia, quale soggetto particolarmente legato a Carmelo  Barbaro, per aver fornito supporto logistico ai gruppi di fuoco, impiegati nell’agguato a  Nino Imerti in agro di Fiumata di Muro…”.

I beni entrano definitivamente nella proprietà dello Stato

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