Immigrato travolto a Corigliano, arrestato il pirata della strada

Le indagini dei carabinieri hanno condotto a un 23enne con precedenti per reati in materia del codice della strada. Il giovane ha confessato tra le lacrime

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di Redazione
16 giugno 2018
10:14

Ha un nome e un volto il pirata della strada che venerdì ha travolto e ucciso un giovane immigrato del Gambia mentre percorreva in bicicletta la statale 106 all’altezza di Corigliano. Si tratta di un giovane di 23 anni, Rosario Docimo, accusato di omicidio stradale aggravato.


Il giovane africano fu investito in pieno da un veicolo in transito, mentre percorreva in bicicletta un tratto della ss 106 scarsamente illuminato, la notte del 14 giugno, all'altezza dello svincolo per il porto di Corigliano. L'automobilista non si era fermato per prestare soccorso alla vittima e si era dileguato nel nulla. I primi ad intervenire erano stati proprio i Carabinieri che hanno soccorso Banna Jallow, 18enne gambiano, rifugiato politico e residente nel locale centro d'accoglienza, agonizzante. Portato al pronto soccorso dell'ospedale di Rossano, è morto qualche ora dopo per le numerose ferite riportate.



Le indagini finalizzate a risalire al responsabile dell'incidente sono partite dalla campionatura di alcune parti della carrozzeria rimaste sul posto del sinistro stradale dopo l'impatto. In particolare, i Carabinieri hanno trovato alcuni frammenti del porta-targa, di un fanale e di parte della carrozzeria dell'autovettura, da cui si è dedotto che si trattava di un veicolo di colore nero. Dal porta-targa si è riusciti a desumere il nome di una carrozzeria dove, a seguito degli accertamenti compiuti, è emerso che la macchina era stata recentemente riparata.


I militari hanno scoperto che il veicolo del pirata della strada era un'Alfa Romeo 147 di colore nero, il cui titolare era un coriglianese 56enne abitante alla marina di Corigliano. L'uomo è risultato estraneo all'evento essendo la vettura utilizzata dal figlio, Rosario Docimo, con precedenti per reati in materia del codice della strada, contro la persona ed il patrimonio. Il giovane, messo alle strette, ha confessato in lacrime che la notte precedente aveva causato il sinistro mortale e di avere agito con l'aiuto della compagna e del fratello, i quali, appresi i fatti, lo hanno aiutato a nascondere l'autovettura, dopo averla lavata. I tre erano anche tornati sul luogo del sinistro con un'altra macchina al fine di vedere la situazione ed acquisire informazioni sulle indagini.


I militari hanno quindi trovato l'Alfa Romeo 147 con cui Docimo aveva investito il diciottenne gambiano completamente distrutta nella parte anteriore destra, segno dell'impatto. Sulla carrozzeria c'erano ancora tracce di sangue e mancava completamente il fanale anteriore destro, ritrovato in frantumi sulla statale.

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