«Il mare lo inquiniamo noi» l’appello inascoltato del sindaco di Dasà sul depuratore abbandonato dal 2019
Oltre un milione di euro spesi per un’opera entrata in funzione solo per pochi mesi sotto la gestione del Corap. Oggi l’impianto che doveva convogliare i reflui di tre comuni del Vibonese è invece una seria minaccia ambientale per il territorio
Un iter cominciato nel 2009 e un’opera dal costo complessivo di oltre un milione di euro messa in funzione dopo 10 anni solo per pochi mesi. È la travagliata storia del depuratore consortile di Acquaro, Dasà e Arena, nel Vibonese. Opera realizzata dal Corap - ente pubblico economico e strumentale della Regione Calabria (attualmente in liquidazione) - e nata per convogliare i reflui dei tre comuni. Una situazione non troppo diversa da quella raccontata da questa redazione con riguardo al clamoroso spreco del depuratore dell’Angitola. Oggi infatti l’opera costruita nel comune di Acquaro è abbandonata a sé stessa, avvolta dalla ruggine tra rovi e sterpaglie.
«I lavori sono stati completati diversi anni fa, ma l'impianto di fatto è fermo con le quattro frecce da ormai cinque anni» spiega il sindaco di Dasà Raffaele Scaturchio che poi ricorda: «Da qualche anno c’è un commissario unico per la depurazione che gestisce tutti gli impianti della regione Calabria, che poi è il commissario nazionale, nominato dal governo centrale. Quindi ad oggi i Comuni non hanno alcun tipo di competenza e autorità sull’impianto». Continua a leggere su ilVibonese.it