Lo scontro

Guerra dell’acqua tra Mandatoriccio e Campana, Chiarello si difende: «Non ho chiuso i rubinetti, pensino a pagare i debiti»

Teatro dello scontro il consorzio idrico Sant’Angelo, costituito tra i due comuni. Il sindaco che presiede l'organo durissimo con il suo collega che lo aveva accusato di aver sigillato la condotta. «Anche noi inadempienti ma pronti a saldare. Loro possono fare lo stesso?»

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di Luca Latella
7 agosto 2024
11:40

Non ha peli sulla lingua, Agostino Chiarello. Nel bel mezzo della “guerra” dell’acqua innescata tra gli amministratori dei comuni di Campana e Mandatoriccio, il sindaco di Campana replica al suo collega anche nelle vesti di presidente del consorzio idrico Sant’Angelo. E proprio la società consortile che eroga il servizio idrico costituita a cavallo degli anni ’70 e ‘80 attorno alla sorgente Sant’Angelo – a metà strada tra i due comuni – si è trasformata nel terreno di scontro.
Se da una parte, quindi, il primo cittadino di Mandatoriccio, Aldo Grispino, accusa il suo collega di aver chiuso i rubinetti, dall’altra Chiarello replica – in modo durissimo – adducendo pesanti problematiche di carattere economico che per le «inadempienze» mandatoriccesi, potrebbero addirittura sfociare nel dissesto finanziario.

«Mandatoriccio vanta 500mila euro di debiti verso il consorzio»

«Ciò che appare francamente imbarazzante – esordisce Chiarello – è che le rimostranze del sindaco di Mandatoriccio non siano avallate da nessuna normativa legislativa e siano invece pervase da accuse in cui si dimostra la totale mancanza di conoscenza delle normative tecniche in vigore».
Per il sindaco di Campana e presidente del consorzio idrico, la vicenda sta assumendo contorni «surreali», e per questo avanza accuse pesantissime. «Chi dimostra palese incapacità amministrativa e tecnica adesso – riferisce in una nota – per nascondere le proprie inefficienze, addossa la colpa ad un collega di un altro comune, come se lo stesso avesse la possibilità di ribaltare l'intero schema idrico di un'altra comunità; già da ciò si evince che non può essere reale quanto dichiarato dal collega».
Chiarello rinfaccia a Grispino le sue inadempienze economiche nel versare i canoni idrici all’organo consortile. E lo fa ricostruendo tutta la vicenda che lo ha costretto ad applicare le sanzioni previste nella convenzione. Sostanzialmente, spiega Chiarello, «il comune di Mandatoriccio vanta un monte debitorio nei confronti del consorzio di mezzo milione di euro complessivi e di 30mila solo sul saldo annuale. L’ente guidato da Grispino solo quando il sottoscritto, nelle sue vesti di presidente del consorzio, si è visto costretto ad applicare la convenzione che obbliga a sospendere l’erogazione dell’acqua al comune consorziato dopo tre avvisi di pagamento, è riuscito a versare 70mila euro».


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«Non ho mai chiuso i rubinetti»

Chiarello ricorda anche di aver «rincorso il sindaco Grispino per nove mesi» e trova «assurdo» che «il debitore detti le regole su un eventuale piano di rientro, comunque mai concordato, al creditore».
Il presidente del consorzio Sant’Angelo si difende dalle accuse. «Non si è mai parlato di sospensione ma di rimodulazione del servizio idrico. Anche in questo caso si disconosce la normativa tecnica e legislativa, che tutela i comuni in crisi finanziaria con la fornitura di 50 litri ad abitante al giorno servito dall'acquedotto di riferimento: per chi ha dimestichezza di calcoli idraulici, una portata di 2 l/s soddisfa 150 utenti, quanti sono i residenti del Comune di Mandatoriccio servito dall'impianto. Perché, è bene che si sappia, di mia spontanea iniziativa ho deciso di fornire la quota di portata necessaria ad alimentare via Aldo Moro a Mandatoriccio, anche se la Convenzione del Consorzio parla di sospensione».
Chiarello, peraltro, non se ne fa una colpa se «quel quantitativo d'acqua sia utilizzato per irrigazioni delle campagne a monte di Mandatoriccio e perciò non arrivi alle abitazioni, anche in barba alle direttive della Protezione Civile Regionale e alle Ordinanze del Presidente della Giunta Regionale, ma queste sono scelte dell'Amministrazione di Mandatoriccio che dovrà rispondere ai propri cittadini».

Il mea culpa

Il sindaco di Campana sottolinea anche che il suo collega «dovrà spiegare» agli organi finanziari di controllo della società consortile perché «il commissario liquidatore dell'organo che gestisce il dissesto finanziario del comune di Mandatoriccio non abbia ammesso nella massa passiva i debiti ante 2017 del consorzio per mancanza di documentazione giustificativa della richiesta, per come messo nero su bianco nel marzo 2024».
Pur facendo mea culpa ed ammettendo che anche il comune di Campana vanta mezzo milione di debiti che Chiarello è pronto a colmare, «con risorse che abbiamo già a disposizione», il sindaco-presidente alza il livello di guardia, perché il monte debitorio complessivo da un milione di euro potrebbe trascinare anche Campana nl baratro del dissesto. «Noi siamo pronti a estinguere subito il nostro debito – specifica il primo cittadino di Campana a LaC News24 – loro possono fare lo stesso?»

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«Grispino vuole forzare i sigilli? Se ne assumerà le responsabilità»

«Ci sarà tempo e luogo – termina Agostino Chiarello – per dimostrare che l'operato del presidente del consorzio Sant'Angelo è corretto, o davanti alle aule di un tribunale a cui richiedere la nomina di un commissario liquidatore, o davanti al prefetto che è a piena conoscenza dei fatti narrati dalle parti e che non ha mai richiesto al presidente del consorzio di ripristinare l'erogazione idrica ante 30 luglio al comune di Mandatoriccio, come erroneamente riportato da Grispino, che annuncia di voler manomettere i sigilli posti, violando le direttive». Se lo farà, chiosa, «sarà perseguibile, insieme a chi lo accompagnerà in concorso di reato».

Nessun margine di trattativa?

Il muro contro muro, insomma, non conviene a nessuno e chi paga le conseguenze di politiche discutibili è sempre l’utente finale, il cittadino. Possibile che non ci sia alcun margine di “trattativa” che concluda la vicenda col lieto fine?

 

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