La cerimonia

Grisolia, il 17 settembre il Comune intitolerà il lungomare a Denis Bergamini

A darne annuncio è la sorella Donata, con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. All'evento saranno presenti anche alcuni compagni di squadra dell'allora centrocampista rossoblù, tra cui Alberto Urban

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di Francesca  Lagatta
4 settembre 2024
06:45
Denis Bergamini
Denis Bergamini

Il prossimo 18 novembre saranno trascorsi 35 anni dalla morte di Denis Bergamini, icona del Cosenza Calcio degli anni Ottanta, ma il suo ricordo è sempre vivo, non solo tra i tifosi. Il 17 settembre, il Comune di Grisolia intitolerà il lungomare cittadino alla sua memoria. «Sono veramente onorata», commenta la sorella Donata, dandone annuncio sul suo profilo Facebook.

Il ricordo mai sopito

«Denis, amava il mare - continua la sorella -, i nostri momenti più belli li abbiamo trascorsi al mare, sulle spiagge fra scherzi e barzellette, in mare fra nuotate e tuffi dagli scogli o dal molo. Da piccoli sempre accompagnati dai nostri genitori con zii e cugini, da ragazzi con la nostra mitica compagnia e in Calabria Denis, con compagni di squadra e amici. In attesa di conoscere e ringraziare personalmente il il Sindaco e tutta l'Amministrazione Comunale di Grisolia per aver accettato questa iniziativa proposta dal consigliere Giuseppe Bellusci e nella speranza di poter incontrare i tanti di voi che hanno percorso con noi il sentiero della verità in attesa dell'arrivo della Giustizia. Grazie a tutti - conclude -, Grisolia ci aspetta per un lungomare colorato di rossoblu! Insieme con Alberto Urban e altri compagni di squadra di Denis»


35 anni di misteri

Donato Bergamini, per tutti Denis, morì in circostanze misteriose nel novembre nel 1989. Nonostante lo scorrere del tempo, Denis non è stato mai dimenticato né dai tifosi della squadra rossoblù né da tutti i calabresi che continuano a chiedere giustizia e verità sulla sua morte, ufficialmente avvenuta a seguito di un gesto estremo dell'allora centrocampista. Secondo la versione ufficiale, Denis si fiondò volontariamente sotto un tir in transito sulla ss106 all'altezza di Roseto Capo Spulico, ma la tesi del suicidio non ha mai convinto i famigliari e ancora oggi la vicenda è oggetto di indagini giudiziarie.

 

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