Fiumi di cocaina dal Sudamerica, disarticolata organizzazione criminale

Il traffico internazionale di sostanze stupefacenti sarebbe stato gestito dai fratelli Salvatore Antonino, Giuseppe e Fabio Costantino, esponenti di spicco della famiglia di ‘ndrangheta Mancuso di Limbadi

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di L. C.
19 febbraio 2019
13:19
Cocaina
Cocaina

Sono 23 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Catanzaro nei confronti di altrettanti soggetti indagati nell'ambito di un'operazione condotta dalla Guardia di Finanza tra Calabria, Campania, Lombardia, Liguria e Puglia. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, aggravata dalla modalità mafiosa e dalla detenzione di armi. L'attività completa le operazioni iniziate lo scorso 28 gennaio, quando le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e dal sosituto procuratore Annamaria Frustaci, consentivano di disarticolare, tramite l’emissione di un corposo provvedimento di fermo, un’organizzazione estremamente complessa dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, capeggiata dai fratelli Salvatore Antonino, Giuseppe e Fabio Costantino, esponenti di spicco della famiglia di ‘ndrangheta Mancuso di Limbadi (VV).

Il ruolo degli indagati 

Il gip di Catanzaro, dovendosi esprimere sulla richiesta di applicazione di misure cautelari avanzata dalla Procura della Repubblica Dda di Catanzaro, concordando con le conclusioni cui era giunto il pm inquirente, ha ravvisato l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di 30 degli indagati indicati nella richiesta cautelare del P.M., emettendo, tuttavia, ordinanza cautelare nei confronti di 23 soggetti (21 soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, uno da misura cautelare domiciliare ed uno da obbligo di presentazione alla p.g.). Nei confronti di 7 indagati rimessi in libertà dal gip della convalida del fermo, il gip distrettuale si è espresso diversamente, ritenendo il pieno coinvolgimento degli stessi nei fatti di reato contestati e ravvisando in particolare - a carico di Giuseppe Campisi, Francesco Scaglione, Luigi Mendolicchio, Gina Alessandra Forgione, Gennaro Papaianni, Salvatore Papandrea, nonché nei confronti dell’indagato Damiano Aquilano - gli estremi della gravità indiziaria, sia per il reato associativo, sia per alcuni reati fine loro contestati. Nondimeno, si legge nel provvedimento, che il gip distrettuale - allo stato - non ha inteso procedere ad applicazione della misura cautelare ostandovi, in materia, “limitatamente all’attuale integrazione delle esigenze cautelari”, la precedente statuizione del giudice della convalida che, per quegli stessi fatti, ha rimesso gli indagati in libertà.


Le indagini della Guardia di finanza

Secondo il gip distrettuale, le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione delinquenziale che, agendo in un contesto mafioso, poneva in essere condotte di allarmante gravità in una logica deviata di predominio criminale. È, infatti, emerso come sia la compravendita “all’ingrosso” di grosse partite di cocaina dal Sudamerica, sia gli affari intrattenuti con i principali cartelli maghrebini, per l’importazione di massicce quantità di hashish, siano stati agevolati dalla nota appartenenza dei principali attori a potenti famiglie di ‘ndrangheta. A riprova, poi, dell’estrema professionalità raggiunta dal sodalizio, basti pensare che gli oltre 430 kg di hashish sequestrati in Lombardia, giunti in Italia dal Marocco, rappresentavano un mero “carico di prova” per una successiva importazione pari a 3000 chili che avrebbe garantito un introito pari a oltre 4 milioni di euro che i germani vibonesi intendevano reinvestire nell’ancor più lucroso traffico di cocaina.  

I fratelli Costantino

La minuziosa attività di indagine ha consentito di disvelare compiutamente l’assetto organizzativo del sodalizio che trova nei fratelli Costantino il perno attorno al quale ruotano una pletora di pericolosi criminali italiani e stranieri, tutti accomunati da un unico interesse: massimizzare i profitti tramite il traffico internazionale di narcotici, unica reale fonte di sostentamento per i sodali. Rispetto al provvedimento di fermo eseguito lo scorso 28 gennaio, l’odierna ordinanza, oltre ad aver colpito i vertici del sodalizio, individuati nei fratelli Costantino, ha interessato anche Tonino Mazzaferro, esponente dell’omonimo clan di Gioiosa Ionica (RC), da anni trapiantato in Lombardia, ove era deputato allo smistamento di importanti quantità di narcotico (nel marzo del 2018, i finanzieri rinvenivano nella sua disponibilità diversi panetti di hashish e un chilogrammo di cocaina);  Francesco Ceravolo, originario della provincia di Reggio Calabria, tra i responsabili dell’importazione del carico di 3000 kg di hashish che doveva giungere in Italia e al quale il sodalizio aveva anche affidato il delicato compito di curare lo “scarico” del narcotico; Santo Tucci, di origini siciliane che, oltre ad essere un assiduo acquirente di partite di cocaina direttamente da  Salvatore Antonino Costantino, curava gli aspetti tecnici delle comunicazioni telefoniche tra i sodali e, periodicamente, eseguiva bonifiche attraverso appositi rilevatori di microspie.

I contatti con i narcos sudamericani

Come emerso nel corso dell’inchiesta, per raggiungere l’illecito scopo, i Costantino si affidavano a navigati broker, tra i quali spicca, per abilità, Michele Viscotti. L’esperto trafficante di origine pugliese, non risentendo minimamente del peso dell’età, intraprendeva numerosi viaggi in Sudamerica, dove ad attenderlo trovava la nota trafficante venezuelana Clara Ines Garcia Rebolledo. In tale fase investigativa, l’apporto della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga si rivelava estremamente prezioso, consentendo sia il monitoraggio del pugliese nei Paesi dell’America Latina, sia di disvelare i preziosi contatti tenuti dallo stesso con i narcos sudamericani. Ma le risorse di Viscotti non si esaurivano nel già estremamente complesso contesto sud americano. Il foggiano era stato capace, infatti, di tessere collegamenti anche con le principali piazze di approvvigionamento olandesi, ove godeva di saldi rapporti con fornitori di droga di primissimo piano. L’iperattività delinquenziale palesata dall’organizzazione è pari solo alle accurate ed “ossessive” attenzioni volte a scongiurare le attività captative delle forze dell’ordine.

I carichi di droga dal Sudamerica e dall'Olanda 

Durante l’inchiesta è, di fatti, emerso come i Costantino fossero impegnati anche contemporaneamente su più fronti: dai grossi carichi di cocaina dal Sudamerica e dall’Olanda, all’acquisto di ingenti partite di hashish in Marocco, al reperimento di droga direttamente in territorio italiano. L’operazione è il frutto di un intenso lavoro investigativo, durato oltre due anni, che ha visto i finanzieri della Sezione Goa del Nucleo Pef-Gico specializzata nelle  indagini in materia di contrasto al traffico internazionale, con la collaborazione dello Scico della Guardia di Finanza e l’indispensabile supporto della Direzione centrale per i Servizi antidroga di Roma, immergersi nei luoghi e nelle abitudini degli associati, tanto da carpirne a pieno l’organigramma ed il modus operandi. L’inchiesta, oltre ad infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni, ha, così, consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso.

La ramificazione delle 'ndrine

Lo spaccato che emerge in maniera lampante è l’estrema ramificazione delle moderne ‘ndrine che ha consentito alla ‘ndrangheta di disporre di numerosi e floridi canali di approvvigionamento, che ne hanno notevolmente accentuato la pericolosità e l’invasività. La vocazione transnazionale ha rinsaldato affaristici rapporti tra la malavita calabrese e quelle sudamericane, olandesi, spagnole e nordafricane, consentendo un abnorme ampliamento delle zone d’influenza, in molti casi, con l’esportazione del modello organizzativo tipico dei territori d’origine, nelle zone nazionali maggiormente sviluppate, determinando il predominio sulle similari associazioni delinquenziali nazionali e/o estere. Da delinquenza crudele e rurale, un tempo dedita essenzialmente alle estorsioni e ai rapimenti, la ‘ndrangheta ha saputo riciclarsi in una vera e propria holding del crimine, in grado di accumulare e gestire immensi patrimoni illeciti e di inquinare ogni settore del sociale.

Gli indagati 

Le odierne determinazioni del Giudice di Catanzaro, concordando con le conclusioni cui era giunta questa Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso 23 misure cautelari contestando, a vario titolo, reati in materia di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, aggravata dalla modalità mafiosa e dalla detenzione di armi.

Il gip ha, così, disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di:

  1. Daniele Bosco, nato in Jugoslavia (EE) il 01.12.1978 e residente a Varese;
  2. Vito Jordan Bosco, nato in Libia il 08.05.1975 e residente a Varese;
  3. Gianfranco Carugo, nato a Cerro Maggiore (MI) il 29.05.1949 ed ivi residente;
  4. Francesco Carmelo Ceravolo, nato a Montebello Jonico (RC) il 10.12.1953 e residente a Busto Arsizio (VA);
  5. Fabio Costantino, nato a Vibo Valentia il 03.02.1977 e residente a Comerconi (VV);
  6. Giuseppe Costantino, nato a Nicotera (VV) l’11.06.1966 e residente a Comerconi (VV);
  7. Salvatore Antonino Costantino, nato a Nicotera il 17.06.1965 e residente a Milano;
  8. Carlo Cuccia, nato a Tradate (VA) il 12.07.1980 e residente in Venegono Superiore (VA);
  9. Clara Ines Garcia Rebolledo, nata in Venezuela (EE) il 27.10.1951;
  10.  Elisabeta Kotja, nata in Albania (EE) il 19.09.1979 e residente a Sesto San Giovanni (MI);
  11.  Francesco Mancuso, nato a Vibo Valentia il 07.01.1989 e residente a Nicotera (VV);
  12. Giorgio Mariani, nato a Genga (AN) il 31.03.1958 e residente a Milano;
  13. Tonino Mazzaferro, nato a Siderno (RC) il 04.09.1978 e residente a Cermenate (CO);
  14. Ivo Menotta, nato a Tradate (VA) il 12.02.1980 ed ivi residente;
  15. Julio Andres Murillo Figueroa, nato in Colombia il 29.03.1975;
  16. Gaetano Muscia, nato a Tropea (VV) il 20.04.1964 ed ivi residente;
  17. Antonio Narciso, nato a Vibo Valentia il 19.08.1961 ed ivi residente;
  18.  Abderrahim Safine, nato in Marocco (EE) il 17.01.1982 e residente a Monza (MB);
  19. Giovanni Stilo, nato a Nicotera (VV) il 04.01.1949 e residente a Meda (MB);
  20. Santo Tucci, nato a Catania il 06.11.1956 e residente a Milano;
  21. Michele Viscotti, nato a San Severo (FG) il 23.04.1946 ed ivi residente,

gli arresti domiciliari nei confronti di:

  1.  Giuseppe Accursio, nato a Licata (AG) il 28.05.1953,

e l’obbligo presentazione alla p.g. nei confronti di:

  1. Fabrizio Pilati, nato ad Arona (NO) il 14.01.1969.

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Giornalista
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