Cerotti antidolorifici come droghe: «Sballarsi così può essere mortale»

VIDEO | Il consumo distorto di oppiacei è una piaga diffusa anche tra i tossicodipendenti calabresi. Il segretario regionale di Federfarma lancia l'allarme

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di Salvatore Bruno
3 ottobre 2018
16:10

Cerotti al fentanyl masticati come chewing gum per ottenere, nel giro di pochi minuti, un effetto di maggiore impatto rispetto a quello della morfina. Cresce la platea di tossicodipendenti orientati ad un consumo distorto di oppiacei contenuti in farmaci analgesici destinati ad alleviare le sofferenze dei malati terminali. Uno spaccato già noto agli addetti ai lavori, svelato alle cronache dall’operazione condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica, che ha portato alla luce un traffico illecito di medicinali acquistati a spese dello stato, con l’utilizzo di ricette rubate e contraffatte, e rivenduti al dettaglio per un giro di affari superiore agli 80mila euro. Quattro persone sono finite in carcere, uno ai domiciliari. Per un sesto soggetto è scattata la misura dell’obbligo di dimora.

La ricetta rossa come un lasciapassare

Sul mercato legale sono disponibili diverse sostanze dopanti, vendute dietro presentazione di prescrizione medica. La distribuzione di questi farmaci prevedeva fino a poco tempo fa una più complessa documentazione burocratica. L’iter però finiva spesso per penalizzare i pazienti, costretti a convivere con il dolore in attesa di poter ricevere le cure palliative. Per questo le procedure sono state semplificate, arrivando alla erogazione gratuita attraverso la ricetta rossa. Sul tema abbiamo sentito Alfonso Misasi, segretario di Federfarma Calabria.


Giornalista
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