Droga: 5 condanne a Vibo, colpevole pure il figlio del giudice Monaco

Sentenza del gup con rito abbreviato. Pena sospesa per tutti gli imputati. Del caso si è interessato pure il Consiglio Superiore della Magistratura

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di G. B.
5 luglio 2018
18:32

Cinque condanne in abbreviato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Questa la sentenza del gup del Tribunale di Vibo Valentia, Giulio De Gregorio, per gli imputati del procedimento penale nato dall’inchiesta della Squadra Mobile denominata “Giovani in erba”. Queste le condanne, scontate di un terzo per la scelta del rito alternativo: 8 mesi e 1.500 euro di multa per Francesco Morano, 21 anni, di Vibo Valentia; 7 mesi e 10 giorni, più mille euro di multa Antonio Zuliani, di 26 anni, di Piscopio; 5 mesi, 10 giorni e 880 euro di multa per Michele Zuliani, 20 anni, di Piscopio; 4 mesi e 20 giorni, più 800 euro di multa Giovanni Zuliani, 22 anni, di Piscopio; 4 mesi e 800 euro di multa per Nicola Doria, 31 anni, di Piscopio. 

 


Tutti gli imputati sono stati anche condannati al pagamento delle spese processuali. Per Giovanni Zuliani, Michele Zuliani, Antonio Zuliani e Francesco Morano, il giudice ha anche deciso per la sospensione della pena per cinque annisotto le comminatorie di legge. Il gup ha altresì ordinato che della condanna per Morano ed i tre Zuliani non venga fatta menzione nel certificato del casellario giudiziale spedito a richiesta dei privati se non per ragioni di diritto elettorale. Dichiarata poi la perdita di efficacia della misura cautelare in atto applicata a Giovanni e Michele Zuliani, entrambi agli arresti domiciliari. Per Francesco Morano, invece, la misura cautelare è quella dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Assoluzione per sei episodi di cessione di stupefacenti “perché il fatto non sussiste” incassa Francesco Morano, che viene invece condannato - previa riqualificazione del reato in spaccio di “lieve entità” - per tre episodi di cessione di stupefacenti: il 24 dicembre 2016 a soggetto non identificato, il 31 dicembre 2016, e il 4 gennaio 2017 per altra cessione, quest’ultima con l’aggravante contestata e riconosciuta la continuazione fra gli stessi. Nicola Doria viene assolto per un episodio di cessione di stupefacenti risalente al 10 agosto 2016, mentre viene condannato - pure per lui previa riqualificazione del reato in spaccio di lieve entità - per una cessione di stupefacente risalente al 7 settembre 2016. Reato riqualificato in spaccio di lieve entità anche per i tre fratelli Zuliani.

 

Il pm Benedetta Callea aveva invece chiesto la condanna a 3 anni di reclusione a testa (più 1.200 euro di multa) nei confronti dei fratelli Zuliani e di Nicola Doria, mentre per Francesco Morano la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 2 anni ed 8 mesi di reclusione, più 400 euro di multa. Il procedimento è rimasto di competenza del gup del Tribunale di Vibo Valentia in quanto nell’aprile scorso la Cassazione ha ritenuto “inammissibile” l’istanza per la rimessione del processo ad altra sede presentata a gennaio dall’avvocato Francesco Gambardella che l’aveva motivata con il fatto che il suo assistito (Francesco Morano) è il figlio della presidente della sezione penale del Tribunale di Vibo, Lucia Monica Monaco. Detenzione ai fini di spaccio, cessione, offerta in vendita, procacciamento ad altri e consegna di sostanza stupefacente le accuse che venivano mosse, a vario titolo, agli imputati. 

 

 

L’inchiesta ha aperto uno spaccato inquietante sullo spaccio di marijuana nella città di Vibo Valentia, con il pm Claudia Colucci e la Squadra Mobile che hanno meticolosamente curato un’indagine partita a seguito dell’incendio – il 28 giugno 2016 – di una pizzeria e che ha finito per portare gli inquirenti a far luce su una rete di spaccio messa in piedi da un gruppo di giovani Piscopisani “dediti attivamente e diffusamente allo smercio di stupefacenti, prevalentemente marijuana, in particolare verso acquirenti (giovani e studenti) di Vibo-città sui cui il gruppo di Piscopio intendeva ancor più consolidarsi mediante l’allocazione di pedine all’interno o gravitanti intorno alle scuole, in particolare al Liceo Classico Morelli di Vibo”. Da  ricordare che il 27 marzo scorso Antonio Zuliani è stato arrestato dalla polizia (e si trova per questo in carcere) anche con l’accusa (pm Concettina Iannazzo) di essere stato uno degli esecutori materiali dell’omicidio del 45enne Francesco Fiorillo, ucciso il 15 dicembre 2015 a Longobardi. I tre fratelli Zuliani sono inoltre cugini di Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo, ritenuti ai vertici del clan dei Piscopisani e di recente condannati in primo grado all’ergastolo per l’omicidio del boss di Stefanaconi Fortunato Patania.

 

Nel collegio di difesa, gli avvocati: Francesco Muzzopappa e Domenico Anania per Giovanni e Michele Zuliani; il solo avvocato Muzzopappa per Antonio Zuliani; l’avvocato Giovanni Vecchio per Nicola Doria, mentre Francesco Morano era assistito dagli avvocati Francesco Gambardella e Francesca Rita Giovinazzo. L’inchiesta ed il relativo procedimento penale ha finito per interessare anche la prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (quella che si occupa delle incompatibilità ambientali dei magistrati), atteso che fra gli imputati - ora condannati - vi è anche Francesco Morano, figlio della presidente della sezione penale del Tribunale, ovvero il giudice Monica Lucia Monaco. A febbraio, infatti, la prima commissione del Csm ha proceduto ad una serie di audizioni all’interno del palazzo di giustizia vibonese,mentre altre audizioni si sono svolte a Roma. Si resta in attesa delle decisioni del Consiglio della Magistratura sul caso. 

Giornalista
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