Depurazione sul Tirreno, Diamante rischia il commissariamento

A nulla sono valsi i continui inviti da parte della Regione Calabria a consegnare l'impianto. Ora il depuratore del Comune guidato da Gaetano Sollazzo rischia di finire nelle mani di un commissario

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di Francesca  Lagatta
20 novembre 2018
08:00

La questione della depurazione continua a tenere banco lungo il Tirreno cosentino e ancora una volta c'entra il project financing riguardante l'agglomerato con a capo Santa Maria del Cedro, comprendente anche i Comuni di Maierà, Buonvicino, Grisolia, Orsomarso e Diamante. Gli agglomerati, lo ricordiamo, sono “aree in cui la popolazione e le attività economiche sono sufficientemente concentrate così da rendere possibile la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane verso un impianto di trattamento di acque reflue urbane o verso un punto di scarico finale”.

Ieri, nella sede del Comune capofila, si è tenuta l'ennesima riunione alla quale erano presenti i rappresentanti di tutte le comunità, fatta eccezione per Diamante. Il motivo è presto detto. Il Comune guidato da Gaetano Sollazzo è l'unico a non voler consegnare il depuratore cittadino, ragion per cui i lavori relativi al collettamento e potenziamento degli impianti di depurazione sono fermi al palo da mesi. Ciò ha provocato non pochi attriti tra i rappresentanti politici delle comunità coinvolte.


Un tira e molla che dura da mesi

Diamante, dal canto suo, giustifica i ritardi con problemi di natura tecnica ed economica, e così avanza diverse richieste, che puntualmente vengono accolte per far fronte alle esigenze. Tali richieste vengono inoltre reinserite nel progetto, il quale viene approvato definitivamente il 19 aprile 2018.  

A partire da quella data, gli impianti di depurazione avrebbero dovuto essere consegnati entro e non oltre 30 giorni. Ma Diamante fa finta di non capire e rimane sul piede di guerra. Nemmeno le continue sollecitazioni del dirigente della Regione Calabria, l'ingegnere Domenico Pallaria, convincono Sollazzo a deporre le armi.

Tale situazione genera polemiche e nervosismo, poiché lo stallo dell'iter progettuale impedisce la ricezione dei finanziamenti da parte della Regione Calabria e oltretutto cagiona «danni incommensurabili» all'ambiente.

L'ombra del commissariamento

L'incontro tenutosi questa mattina, alla luce dell'intera vicenda, diventa cruciale. “Vista l'inerzia e l'assenza del Comune di Diamante - è scritto nel verbale ufficiale - i presenti concordemente invitano il Direttore Generale ad attivare con urgenza il Tavolo dei sottoscrittori dell’APQ, per la segnalazione delle inadempienze e l'adozione dei conseguenti provvedimenti, con determinazione dei danni derivanti da comportamenti omissivi o ostativi da replicare nei confronti dei soggetti inadempienti o meglio del soggetto inadempiente che si ravvisa nel solo Comune di Diamante”.

In altre parole, all'unanimità, il sindaco del Comune capofila, Ugo Vetere, e il Rup hanno chiesto ufficialmente la nomina di un commissario.

 

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