Denunciò la ‘ndrangheta, il coraggio del “mugnaio” vibonese sbarca su Rai News

Pino Morelli, titolare di un mulino lungo la strada per Piscopio, ricomincia da Maierato puntando sugli antichi grani calabresi
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di Redazione
12 aprile 2017
13:57

È approdata sui grandi schermi di Rai News la vicenda di Pino Morelli, in passato titolare di un mulino lungo la strada che collega Vibo Valentia a Piscopio, vittima di tentativi di estorsione ai quali non si è mai piegato denunciando tutto ai carabinieri, all’epoca diretti dal luogotenente Nazzareno Lopreiato, che hanno poi portato a termine nel 2008 l’operazione denominata “Zain”. Pino Morelli è divenuto un testimone di giustizia, confermando in Tribunale a Vibo Valentia le accuse contro i suoi estorsori, “personaggi” di Stefanaconi e Piscopio all’epoca ancora alleati prima dello scoppio della faida nel settembre del 2011.

Pino Morelli, con grande determinazione e volontà, è riuscito a far ripartire il mulino puntando sugli antichi grani di Calabria grazie ad una rete di giovani agricoltori intenzionati a valorizzare una delle eccellenze del territorio vibonese. Pino Morelli è impegnato oggi nella lavorazione delle farine a Maierato, dopo aver conosciuto in prima persona la ‘ndrangheta. In una lettera indirizzata nel 2011 a don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione “Libera” contro le mafie, Pino Morelli spiegava di essere giunto al punto di dover decidere se “provare a salvare l’azienda e continuare a dare lavoro, oppure accondiscendere alle pretese” di chi l’aveva preso di mira facendogli “terra bruciata” intorno.


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L’escalation e la ripresa. Gli estorsori hanno inizialmente lasciato davanti al mulino di Morelli una bottiglia contenente liquido infiammabile ed alcune cartucce calibro 12. Nei giorni immediatamente successivi, la saracinesca del mulino è stata invece raggiunta da dieci colpi di pistola calibro 9x21. Danneggiamento a cui è poi seguita, telefonicamente, un’esplicita richiesta estorsiva: 35mila euro subito più 12mila euro da sborsare nel periodo di Natale e per tutti gli anni a seguire.

Richieste di pagamento del “pizzo” puntualmente denunciate da Pino Morelli all’allora comandante della Stazione die carabinieri di Vibo Valentia, Nazzareno Lopreiato, e che gli sono costate anni di isolamento. Oggi, la ripartenza. Un esempio da seguire ed una speranza per tutti i vibonesi ed i calabresi onesti.

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