La rete dello spaccio

Dal Tirreno alla Valle dell’Esaro, le nuove rotte del narcotraffico in provincia di Cosenza

Nuovi spunti investigativi per la Dda di Catanzaro emersi nell'indagine Recovery sul fronte del mercato della droga. Senza dimenticare le regole del "Sistema" e la forte influenza degli italiani su Bisignano e dintorni

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di Antonio Alizzi
15 agosto 2024
13:03

In provincia di Cosenza, più specificatamente nell'area urbana, sarebbe attivo un "Sistema" criminale che manterrebbe un controllo ferreo su tutte le operazioni legate al traffico di stupefacenti, assicurando una stretta collaborazione tra i vari gruppi locali. Ogni gruppo che partecipa a queste presunte attività illecite deve rispettare le rigide regole imposte dall'alto, altrimenti subisce conseguenze che possono arrivare a durissime ritorsioni.


Occhio al "sottobanco"

Le indagini della Dda di Catanzaro, relativamente all'operazione Recovery, avrebbero rivelato un’organizzazione capillare, in cui ogni gruppo agisce secondo direttive ben definite. Il "Sistema", così come lo hanno definito i pentiti cosentini, non consentirebbe approvvigionamenti al di fuori dei canali riconosciuti dai capi o presunti tali. Chi viola questa norma e si rifornisce "sottobanco" deve versare una percentuale dei guadagni all’organizzazione per ottenere una sorta di "permesso" di operare.

Cetraro e Roggiano Gravina

Un esempio emblematico riguarderebbe Andrea Pugliese, attivo nel traffico di droga a Bisignano e nei comuni limitrofi, come ricostruito dagli investigatori antimafia. Pugliese gestirebbe un gruppo di spacciatori, spesso giovani del luogo, con l’aiuto di alcuni familiari. Sebbene collabori principalmente con Antonio Illuminato, presunto esponente di spicco del clan "Lanzino-Patitucci", Pugliese avrebbe anche altri canali per approvvigionarsi di droga, sia a Cetraro che a Roggiano Gravina (e comuni limitrofi). I due soggetti menzionati nelle informative delle forze dell'ordine sono entrambi pregiudicati per reati legati alla droga e legati a cosche operanti sul Tirreno cosentino e nella Valle dell’Esaro.

Molteplici canali di approvvigionamento

La vasta rete di spacciatori sotto il controllo di Pugliese dimostrerebbe, a dire della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, l’entità del giro d'affari generato, che richiederebbe un costante rifornimento di sostanze. Nonostante Pugliese potesse contare su molteplici canali di approvvigionamento, anche lui sarebbe stato costretto a rispettare le regole imposte dal Sistema, secondo cui nessuno può spacciare a Cosenza e nei comuni vicini senza il consenso dei vertici dell’associazione. In questo caso parliamo della cosca degli italiani ma tale "regola" vale anche per gli "zingari". Di conseguenza, una parte dei proventi va sempre riconosciuta ai leader del Sistema, proventi che dovrebbero poi confluire nella "bacinella".

Contatti ovunque

Pugliese, mentre era intercettato, ha raccontato a un interlocutore di come i Carabinieri abbiano perquisito il suo magazzino a Bisignano, senza trovare nulla. Pugliese ha dichiarato con orgoglio: «A me per queste cose non mi hanno mai preso... mai! Per questo lo faccio, hai capito?», sottolineando come abbia sempre evitato di essere catturato, continuando così la sua attività criminale senza preoccupazioni. Quando l’interlocutore gli ha chiesto: «Tu questa a Cosenza la vai a prendere?», Pugliese ha risposto: «Ma guarda... io ho contatti, ho cugini a Cosenza e a Cetraro! E vado là e là... hai capito», confermando così di avere diversi canali di approvvigionamento.

Evitando ritorsioni

Il dialogo con il passeggero non identificato rivela ulteriormente come il Sistema funzioni a Cosenza: è "consigliabile" o addirittura "prassi" acquistare droga dai fornitori locali per evitare problemi. «A Cosenza ti rompono il cazzo se...» ha affermato l'interlocutore, con Pugliese che ha prontamente confermato: «Sì, ti rompono il cazzo». Anche se i rapporti di parentela potrebbero far pensare a un trattamento speciale, il Sistema non ammette eccezioni. Pugliese, pur mantenendo buoni rapporti con i fornitori di Cetraro, deve rivolgersi anche a quelli di Cosenza per evitare ritorsioni, operando quindi nell'ottica del Sistema.

Una "mano" a Patitucci

Un'altra conversazione tra Pugliese e Filippo Maria Rende Granata, altro indagato di Recovery, svelerebbe ulteriori dettagli sull'importanza delle regole del Sistema. I due discuterebbero delle modalità di vendita della droga e dell’investimento dei ricavi per acquistare nuove forniture. Pugliese, in questo caso, fa capire al suo interlocutore che, grazie al suo modo di fare, mantiene buoni rapporti con "Zio Franco", riuscendo così a guadagnare di più. Tuttavia, è costretto a mantenere rapporti anche con Patitucci, a cui "dà la mano" per evitare problemi.

Cosenza comanda a Bisignano, l'intercettazione

Questa conversazione chiude il cerchio: pur disponendo di canali di approvvigionamento più remunerativi, come quelli di "Zio Franco" a Cetraro, Pugliese deve rispettare l'obbligo di rifornirsi dai vertici dell'organizzazione cosentina, come Patitucci.

Le parole di Pugliese confermano che il suo gruppo deve operare in sottordine rispetto ai "cosentini". In risposta alla domanda «Chi c'è a Bisignano?», Pugliese, visibilmente stizzito, ha risposto: «A Bisignano c'è Cosenza! Purtroppo! Io sono assai con Cetraro hai capito? Però me li tengo buoni a Cosenza perché giustamente sono... hai capito?».

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