Crollo palco Pausini, cinque condanne per la morte di Armellini - VIDEO

Il giudice monocratico del tribunale di Reggio Calabria, Lucia Delfino, ha inoltre assolto il promoter Maurizio Senese. La madre della vittima: «Mi ritengo soddisfatta»
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24 aprile 2018
19:55

Assolto il promoter Maurizio Senese e condannati 5 dei 7 imputati, tra cui l'ex direttore dell'ufficio tecnico del Comune di Reggio Calabria, Marcello Cammera, per la morte, avvenuta il 5 marzo del 2012, nel Palasport di Reggio Calabria, di Matteo Armellini, di 31 anni, l'operaio rimasto schiacciato a causa del crollo del palco sul quale si sarebbe dovuta esibire Laura Pausini.
Questo l’esito della sentenza di primo grado emesso questo pomeriggio dal giudice monocratico del tribunale di Reggio Calabria, Lucia Delfino.


Il giudice ha dichiarato il non doversi procedere per Gianfranco Perri, che era accusato di un reato contravvenzionale, perché estinto per intervenuta prescrizione. Il promoter Maurizio Senese, difeso dall'avvocato Wanda Bitonte, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Tutti gli altri sono stati condannati per omicidio colposo e disastro colposo: Sandro Scalise a 3 anni; Franco Faggiotto a 3 anni e 6 mesi; Ferdinando Salzano, riconosciuta l'attenuante equivalente all'aggravante, a 1 anno e 8 mesi, Pasquale Aumenta e Marcello Cammera, entrambi previa esclusione dell'aggravante a 1 anno e 6 mesi.



La Corte ha concesso a Cammera (difeso dall'avvocato Massimo Canale) e Salzano il beneficio della sospensione condizionale della pena. Inoltre il giudice ha dichiarato non sussistere la responsabilità dell'ente in relazione all'illecito amministrativo contestato alla Fp Group. Il giudice infine ha condannato gli imputati riconosciuti colpevoli e i responsabili civili, il Comune e Italstage Company in solido, al risarcimento dei danni in favore della parte civile da liquidarsi in separata sede, nonché una provvisionale per danno non patrimoniale di 200 mila euro.


«Non ho parole per commentare questa sentenza che non mi aspettavo in questi termini - ha commentato la madre di Matteo, Paola Armellini - mi ritengo soddisfatta. Queste lotte, lo ribadisco, vanno fatte per restituire la dignità a tutti i lavoratori. Io mi batto per questo. Ero molto sfiduciata. Il percorso di questo processo è stato veramente duro. Sono stati sei anni pesanti, che mi hanno segnato»

 

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