Coronavirus, chiusa anche Scalea: blindata da barriere di cemento

Chiuse anche Sangineto e Bonifati. Il Tirreno cosentino sempre più blindato per cercare di fermare la pandemia del Covid-19.

di Francesca  Lagatta
20 marzo 2020
16:27

Anche Scalea, Bonifati e Sangineto sono città blindate. Con tre ordinanze contingibili e urgenti, il commissario prefettizio Giuseppe Guetta, per la città di Torre Talao, e i sindaci Francesco Grosso e Michele Guardia, hanno deciso che, al fine di contenere la diffusione del coronavirus, per i non residenti non è possibile entrare entro i confini delle loro rispettive comunità. I comuni del Tirreno cosentino che hanno già preso la medesima decisione sono Aieta, Tortora Grisolia, Diamante, Buonvicino, Belvedere MarittimoAcquappesaGuardia Piemontese e Paola. La scelta si è resa per certi versi necessaria dopo che la presidente Jole Santelli tre giorni fa ha chiuso la città di San Lucido per via di un alto numero di contagi da Covid-19.

A Scalea barriere di cemento per blindare i confini

Nella città di Scalea, attualmente governata dal commissario prefettizio Giuseppe Guetta, saranno posti nelle vie nevralgiche barriere e dadi di cemento che impediscono fisicamente l'ingresso ai non residenti. Al tempo stesso, il commissario ha ordinato a una ditta di scavi di rendersi reperibile 24 ore al giorno nel caso in cui ci sia necessità di liberare il passaggio a mezzi di soccorso e ambulanze.


Primo caso nella zona dell'alto Tirreno cosentino

Tra le cittadine tirreniche che non hanno ancora adottato le stesse misure, ci sono Praia a Mare, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao, Maierà e Santa Maria del Cedro. Quest'ultima ieri sera ha fatto registrare il primo caso di contagio nella zona nord della costa. Si tratta di un medico di Grisolia ma da anni residente nella città guidata dall'avvocato Ugo Vetere. L'uomo lavora nell'ospedale di Cetraro (la città che ha sua volta ha fatto registrare il primo caso di coronavirus in Calabria) e per questo sono in corso controlli a tappeto tra i sanitari del nosocomio. Fortunatamente, il medico si trovava già da una decina di giorni in quarantena, poiché per motivi di lavoro era venuto a contatto con la moglie di un uomo di San Lucido risultato positivo al test del tampone. Intanto il sindaco Vetere ha inasprito le misure di sicurezza.

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