Corigliano-Rossano, gli alluvionati costretti a lasciare le loro case protestano

Minacciano di bloccare la statale 106. Fissata per martedì prossimo 2 aprile una riunione tecnica in Prefettura a Cosenza per cercare una soluzione definitiva al problema degli straripamenti del Crati

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di Salvatore Bruno
30 marzo 2019
13:19
Fiume Crati
Fiume Crati

E’ stata prorogata fino al 30 aprile la permanenza in albergo dei cittadini di Corigliano Rossano costretti ad abbandonare le loro case a seguito della rottura degli argini del Crati le cui acque hanno poi inondato e reso inagibili le loro abitazioni. Nella mattinata di oggi, 30 marzo, avevano inscenato una protesta, minacciando anche il blocco della Statale 106, dopo che il Comune li aveva informati di non poter più fare fronte alle spese economiche per la loro ospitalità.

Si cerca una soluzione definitiva

Considerata la rilevanza della problematica il Prefetto di Cosenza Paola Galeone ha convocato una riunione urgente alla quale hanno preso parte, oltre ad alcuni cittadini direttamente interessati dal provvedimento di sgombero, il sub Commissario dell’Ente locale e rappresentanti regionali dei Settori Lavori Pubblici e Protezione Civile. Nel corso dell’incontro, durante il quale i cittadini hanno invocato la realizzazione di interventi definitivi di messa in sicurezza del fiume Crati nella zona in cui ha rotto gli argini ed evidenziato, altresì, la difficoltà economica ad effettuare i primi interventi di ripristino delle proprie abitazioni, la Regione Calabria ha fissato per martedì prossimo 2 aprile, una riunione tecnica interdisciplinare, per valutare la vicenda nella sua complessità e tracciare un percorso finalizzato ad una risoluzione completa del problema.


Giornalista
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