Corigliano Rossano, a Schiavonea torna l’occupazione migrante e cresce l’appello per soluzioni strutturate
VIDEO | Il ritorno di migranti stagionali nella palazzina di Boscarello riaccende timori di degrado e insicurezza. Residenti e istituzioni invocano interventi di accoglienza dignitosa e una gestione efficace per il benessere della comunità
Crescono i timori tra i residenti per episodi di violenza e degrado nella comunità costiera, ma voci dal territorio rilanciano la necessità di una gestione organizzata dei flussi migratori e di politiche di integrazione efficaci. In contrada Boscarello, a Schiavonea di Corigliano Rossano, si respira di nuovo aria di tensione sociale. La palazzina di tre piani, già sgomberata nel 2021 per ordine del sindaco, è tornata a essere occupata da un gruppo di migranti, molti dei quali attratti nella zona per la stagione di raccolta agricola. Questo ritorno ha riportato a galla vecchie preoccupazioni per i residenti: episodi di violenza, risse e degrado stanno alimentando un clima di inquietudine in tutta l’area di Schiavonea.
Già due anni fa, la struttura era diventata simbolo di degrado e sofferenza. Il fabbricato ospitava fino a cento persone, una commistione di situazioni umanamente difficili ma anche di illegalità. Priva di servizi essenziali come acqua e luce, la palazzina si era trasformata in un rifugio d’emergenza per migranti e senza tetto, in condizioni igienico-sanitarie precarie e tra stanze piene di rifiuti. Di recente, sono state sfondati alcuni finestre murate, consentendo un accesso temporaneo, non permanente, che ha accentuato la situazione già delicata. L’intervento delle autorità portò allo sgombero dei suoi occupanti, ma il problema non venne completamente risolto.
Necessitano soluzioni strutturate
Oggi, la situazione non appare diversa. Le famiglie del quartiere raccontano di dover ridurre le uscite, soprattutto nelle ore serali, per evitare incontri pericolosi. Alcuni residenti ricordano episodi di risse anche in pieno giorno, sfociati a volte in aggressioni fisiche. Uno degli ultimi episodi si è verificato in un supermercato tra migranti e un gruppo di italiani, poi fortunatamente rientrato. L’allerta sociale è diffusa, ma non mancano richiami alla necessità di trovare soluzioni strutturate. Molti migranti arrivano a Schiavonea e difficilmente trovano alloggi in affitto, mancando di una rete di conoscenze e affrontando spesso diffidenza e pregiudizi. Le difficoltà nel trovare pernottamenti dignitosi costringono i più sfortunati a dormire sotto i ponti. La crescente presenza di migranti per i lavori stagionali di raccolta ha acuito ulteriormente la pressione sulla comunità locale, portando a un vertiginoso aumento di furti e aggressioni. In risposta, alcuni residenti hanno riproposto l'idea di organizzare ronde, sebbene ci siano sforzi per attenuare tendenze razziste e stigmatizzanti.
Con l’aumento dei flussi migratori, alimentati dalla domanda di manodopera agricola, è fondamentale per la comunità locale e le autorità rispondere con politiche di accoglienza sostenibili. Il futuro della comunità di Schiavonea sembra così legato alla capacità di trovare un equilibrio tra sicurezza e accoglienza. Molti residenti auspicano che il prossimo intervento non si limiti a un semplice sgombero, ma che venga accompagnato da un piano di inserimento e supporto per i migranti, per evitare che situazioni come quella di Boscarello si ripetano. La consapevolezza delle difficoltà di gestione è alta, ma sono in tanti a chiedere uno sforzo per garantire accoglienza dignitosa a chi arriva sul territorio per lavorare e, allo stesso tempo, sicurezza per chi vi abita.