A secco

Ultimatum del Consorzio di bonifica agli agricoltori morosi (il 65%): «Pagate le bollette o chiudiamo l’acqua»

L'ufficio del commissario ha diramato un avviso con l'annuncio della sospensione della fornitura per coltivatori e imprese che entro fine mese non avranno regolato la propria posizione

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di Luana  Costa
10 settembre 2024
06:15

Era iniziato con il guanto di velluto e si è concluso con il pugno di ferro. È durato appena lo spazio di qualche mese l'approccio soft intrapreso dal consorzio di bonifica della Calabria, subentrato nella gestione agli undici enti consortili ormai in liquidazione. Il nuovo corso non sembra essere iniziato con il piede giusto, soprattutto nel rapporto con i consorziati - imprese agricole e coltivatori - nonostante il tentativo di prevedere agevolazioni al fine di centrare l'obiettivo del pagamento dei ruoli.

Il consumo d'acqua

Quello irriguo relativo l'annualità in corso è stato emesso a luglio, dopo l'approvazione delle tariffe per il consumo dell'acqua. Notificato ai consorziati con agevolazioni e sconti ma senza riuscire nel tentativo di abbattere l'alto tasso di morosità. La possibilità di rateizzare il tributo o di accedere a facilitazioni non ha fatto evidentemente breccia tra gli agricoltori dal momento che l'ufficio del commissario - dopo aver spostato la scadenza per il pagamento dei ruoli - ha annunciato il pugno duro contro i morosi.


Il pugno duro contro i morosi

La comunicazione è stata inoltrata la scorsa settimana con un avviso che lascia poco spazio all'immaginazione. «Agli utenti che non corrisponderanno il canone dovuto entro la scadenza del 30 settembre, il consorzio sospenderà l'erogazione dell'acqua mediante flangiatura delle bocchette e l'adozione di particolari interventi idonei ad interrompere ogni possibilità di prelievo».

Tasso di evasione

Il tasso di evasione è elevatissimo se si considera che all'esito di un primo monitoraggio effettuato qualche giorno fa sul pagamento dei tributi è emerso che solo il 35% dei consorziati aveva provveduto alla regolarizzazione delle quote; la restante parte - il 65% - risultava moroso. Su una manovra da circa quattro milioni e mezzo non si è riusciti, insomma, a recuperare nemmeno la metà dell'incasso preventivato.

Con spese a carico

Da qui la necessità di procrastinare ulteriormente la scadenza e di fissare paletti ben più rigidi abbandonando l'approccio bonario inizialmente intrapreso. Nessuna erogazione d'acqua fin quando gli agricoltori non saranno in regola con i pagamenti. «Il consorzio provvederà al ripristino della fornitura - si legge nell'avviso - agli utenti che dimostreranno la regolarizzazione del pagamento del canone dovuto comprensivo dell'addebito delle spese sostenute per la flangiatura del gruppo di consegna nonché della quota per il riallaccio».

Giornalista
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