“Caso” Cpia Lamezia, l’assessore Cardamone: «Nessuna discriminazione»

Dopo le polemiche su un presunto caso di apartheid nella scuola Borrello interviene l’assessore ai Lavori Pubblici
di Tiziana Bagnato
24 ottobre 2017
16:10
L’assessore di Lamezia, Michele Cardamone
L’assessore di Lamezia, Michele Cardamone

Nessuna discriminazione di tipo razziale. Lo spostamento delle aule del Cpia è legato solo alla volontà di separare bambini ed adulti, di qualunque razza o colore questi siano. E’ questo uno dei concetti che tiene bene a chiarire l’assessore ai Lavori Pubblici Michele Cardamone dopo le polemiche su un presunto caso di apartheid nella scuola Borrello – Fiorentino di Lamezia Terme e le accuse da parte di un docente sul fatto che proprio l’amministrazione avrebbe con le sue scelte assecondato e rinforzato un atteggiamento di tipo discriminatorio.

 


Non è una giornata facile quella in cui ci accoglie. La notizia del parere positivo allo scioglimento del Comune espresso dal prefetto sulla relazione redatta dalla commissione di accesso agli atti ha creato non poco senso di smarrimento tra gli addetti ai lavori, ma anche uno stuolo di voci, frasi dette a metà, chiacchiericcio nei corridoi.

 

Ma l’assessore ci tiene a chiarire, a difendere un’amministrazione che mai, spiega, avrebbe dato prova di una qualunque forma di discriminazione. Cita gli Sprar del territorio, cita il lavoro di pulizia delle strade che stanno facendo i ragazzi di colore ospiti della cooperativa ‘Malgrado Tutto’ di Raffaello Conte.

 

Quello spostamento repentino, se collocato in un alveo temporale di quasi dieci anni in cui la convivenza tra il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti è avvenuta serenamente, è legato, spiega, al malumore di alcuni genitori dopo alcuni episodi spiacevoli. Da qui la decisione di evitare qualunque tipo di promiscuità e separare le entrate.

 

Ma l’entrata destinata agli alunni del Cpia è posta in una zona degradata, soggetta a smottamenti e buia. Su questo l’assessore rassicura. La zona verrà ripulita e ripristinata e i primi lavori sono stati già avviati. “Quell’area non deve più essere terra di nessuno” chiarisce. In effetti, complice il buio, la zona da cui entrano docenti e studenti del Cpia è dedita al bivacco, piena di bottiglie vuote di alcolici e rifiuti di ogni genere. Il fatto poi che la porta di entrata sia un’uscita d’emergenza non risponde a verità secondo il membro del governo cittadino, sostenuto in questo anche da uno dei responsabili dell’Area Tecnica del Comune, l’architetto Gianfranco Molinaro. Quella porta era un’uscita di emergenza ma ora ne sono state previste altre. Non vi sarebbe, insomma, nessun pericolo.

 

Cardamone si inserisce anche sul mancato trasferimento del Cpia nei locali del mercato Botticelli. Un iter avviato dalla precedente amministrazione e non concluso perché, spiega, la normativa vigente vieta di allocare scuole in locali in cui vi siano anche mercati.

 

Tiziana Bagnato

Giornalista
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