Calabria Verde, 'In passato operai pagati per pulire giardini privati dei politici'

Il geologo Carlo Tansi, intervistato da una radio cosentina, accusa il sistema di gestione dell'ente strumentale della Regione Calabria. 'Per contratto quando piove gli operai devono stare a casa'.
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di Redazione
1 dicembre 2015
17:10

Intervistato questa mattina da Rlb – Radioattiva, Carlo Tansi, responsabile della Protezione civile regionale, è tornato sulla spinosa questione di Calabria Verde, difendendo il ruolo – al di là delle gestione opaca messa sotto accusa dalla Procura di Catanzaro – di un ente comunque nato per la difesa del suolo e la salvaguardia della natura.

 


Tansi durante l’intervista ha parlato di “funzionalità dei dipendenti”, nel senso più immediato del termine, ovvero che non dovrebbe essere il territorio a subire le malefatte dei singoli, perché bisogna operare in modo da "far funzionare l'ingranaggio". Inoltre, il noto geologo ha posto l’accento su un’altra questione troppo spesso sottovalutata: “Gli operai forestali – ha commentato - non sono dotati di mezzi meccanici e possono lavorare solo con la forza delle braccia, pale e picconi. La Calabria ha bisogno degli operai forestali, che però devono essere organizzati. Abbiamo fiumi e fiumare cariche di detriti che colmano gli alvei, e gli argini dei fiumi vengono coperti dai detriti. Questi operai non possono intervenire con la sola buona volontà, devono essere dotati di mezzi meccanici, ruspe, macchine di movimento terra. Ne servirebbero centinaia già solo per fare prevenzione”.

 

Per non parlare, poi, dei contratti dei sorveglianti idraulici, cartine al tornasole dell’intero sistema: “Hanno un contratto assurdo – ha spiegato ancora Tansi –che in caso di avverse condizioni meteo li fa stare a casa in cassa integrazione”. Cioè, proprio quando in pratica il loro aiuto servirebbe come il pane.

 

“Purtroppo chi ha fatto questi contratti è uno dei soliti geni. E in Calabria ce ne sono tanti. Gli operai forestali, è inutile nasconderlo, hanno rappresentato l’emblema negativo della nostra regione per molto e non per colpa loro. Non si può pensare di assumere, ad esempio, giovani che poi vanno a pulire i giardini degli amministratori o le strade nei pressi dell’abitazione di qualche politico, così come successo in passato. Si tratta di scardinare questi sistemi affinchè si possa efficacemente intervenire".

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