Uno Stato nello Stato: i 15 boss che hanno fatto la storia della ’ndrangheta in Calabria
Potenti, sanguinari e con un amore viscerale per soldi e potere. Sono i tratti distintivi che accomunano i 15 boss più potenti della storia della ‘ndrangheta. Criminali che hanno rappresentato una sorta di Stato nello Stato, che hanno soggiogato la vita di molte persone e assoggettati interi territori della Calabria. Molti di loro hanno accompagnato l’organizzazione in una nuova epoca, quella degli imponenti traffici di droga e dentro il cuore delle istituzioni. Le loro schede nella prima puntata del format Mammasantissima
Antonio Pesce
«A casa mia cumandu io signor giudice e figghiuma non cunta nenti». Così il boss ergastolano Antonino Pesce interveniva in aula per difendere suo figlio Francesco dall’accusa di essere il reggente del potente clan di Rosarno. Nino Testuni è uno degli ‘ndranghetisti più rispettati e temuti nel panorama criminale calabrese: prima come braccio destro (e armato) di suo zio don Peppino Pesce, poi da capo indiscusso del clan rosarnese. Da decenni è rinchiuso in carcere dove sta scontando diversi ergastoli.