Bonifica del fiume Crati, l'Ue accelera i tempi e minaccia sanzioni

L'Italia rischia una una seconda procedura d'infrazione, con riferimento all'inquinamento delle falde acquifere, a meno che non si proceda al più presto ad impermeabilizzate le tre vasche a cielo aperto giudicate fuori norma

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di Redazione
22 novembre 2018
18:53
Un tratto del fiume Crati
Un tratto del fiume Crati

Non molla la presa l'Unione europea sulla Regione Calabria e sul Comune di Rende per sollecitare la messa a norma del depuratore e la bonifica del fiume Crati e del sito dove operava fino al 2002 l'azienda Legnochimica. La commissione Petizioni del Parlamento europeo scriverà alla Regione invitandola a prendere provvedimenti al più presto.

 


È stata la Commissione Ue a suggerire di agire in questo modo rispondendo all'appello portato all'europarlamento da Roberto Senato, dell'associazione 'Crocevia'. «I residenti sono allo stremo delle forze a causa degli odori e delle preoccupazioni per la salute», ha avvisato Senato. «Il depuratore di Rende va messo a norma. Su questo c'è una procedura d'infrazione europea aperta che ha già portato a una sentenza della Corte di giustizia Ue. Il lavoro va fatto anche per evitare le multe che l'Italia dovrà pagare», ha dichiarato Marco Gasparinetti, rappresentante della Commissione Ue. Inoltre, «per evitare una seconda procedura d'infrazione con riferimento all'inquinamento delle falde acquifere - ha aggiunto Gasparinetti - vanno impermeabilizzate le tre vasche a cielo aperto» (altre cinque sono state interrate) che inquinano le falde acquifere, l'aria e causano fenomeni di autocombustione. Una strada può essere «dichiarare la zona Sito di interesse regionale, trovando così i fondi per la bonifica e dando la possibilità anche di chiedere un cofinanziamento europeo», ha spiegato il rappresentante della Commissione.

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