Blitz antidroga, Carchidi e Santagata indagati per spaccio

Quattro informazioni di garanzia. Decreto di perquisizione e sequestro firmato dal procuratore aggiunto Marisa Manzini. I carabinieri nella redazione del giornale on line Iacchité
30 giugno 2017
12:49

Quattro informazioni di garanzia per spaccio di droga e diverse perquisizioni sono in atto in queste ore a Cosenza ad opera dei carabinieri del comando provinciale. Tra gli obiettivi dei militari dell’Arma, la redazione del giornale on line Iacchité e le abitazioni dei giornalisti Gabriele Carchidi e Michele Santagata, oltre quelle di alcuni presunti spacciatori della città bruzia.


L’attività s’inserisce nel contesto di un più ampio quadro investigativo che mira a far luce sul mercato degli stupefacenti a Cosenza. I provvedimenti sono firmati dal procuratore aggiunto Marisa Manzini. Corroborata dai servizi di osservazione, captazione e pedinamento, oltre che dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, l’attività della magistratura - tanto la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, quanto la Procura di Cosenza - ha consentito, già nel recente passato, di assestare pesanti colpi al mercato della droga. I due giornalisti obiettivo della perquisizione, sono entrambi indagati per spaccio di sostanze stupefacenti. Ad entrambi i carabinieri hanno sequestrato un personal computer.



In particolare Gabriele Carchidi e la redazione di Cosenza Sport, di cui il giornale on line Iacchitè è un inserto telematico, erano stati menzionati dal collaboratore di giustizia Silvio Gioia. In alcune dichiarazioni acquisite agli atti del procedimento della Dda di Catanzaro “Apocalisse” - che ha disarticolato una gang dedita allo spaccio capeggiata da Marco Perna, figlio dello storico boss cosentino, oggi ergastolano, Franco Perna – Gioia ha sostenuto che quella redazione sia servita in passato per nascondere la droga. Si tratta di dichiarazioni che sarebbero confermate da un altro collaboratore di giustizia.


I due giornalisti, nel corso degli ultimi anni, attraverso Iacchité si sono resi protagonisti di una feroce campagna di stampa volta a delegittimare l’operato della magistratura, sia quella antimafia che quella cosentina, in particolare l’ufficio di Procura guidato da Mario Spagnuolo che sin dal suo insediamento ha iniziato ad indagare con costanza e risultati tanto sulla criminalità diffusa e lo spaccio di droga, quanto sulla criminalità economica della città bruzia.

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