Arpacal, indagati direttore generale e direttore amministrativo?

Da indiscrezioni sembra che una tempesta giudiziaria abbia investito i vertici dell’ARPACAL, indagati con loro almeno altre quattro persone. L’oggetto dell'indagine sembra che riguardi l'acquisto di un immobile in provincia di Cosenza. Non si hanno ancora conferme sui nomi degli indagati
di Redazione
14 novembre 2015
20:40

 Pare che nelle ultime ore sarebbero stati notificati degli avvisi di garanzia ad almeno sei persone , tra funzionari e dirigenti dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente calabrese. Non si hanno conferme se tra gli indagati ci sia il direttore generale Sabrina Santagati e il direttore amministrativo Pietro De Sensi, i quali, come abbiamo già avevamo evidenziato nell’articolo sulla relazione di Pallaria , avrebbero già rassegnato le dimissioni dall'agenzia.

 


L'indagine condotta dalla Procura dalla Procura di Cosenza, con l'ausilio della Guardia di Finanza, pare faccia riferimento all'acquisto da parte dell'Arpacal di un immobile a Castrolibero. Le procedure di acquisto erano già state attenzionate dalla giunta regionale, che lo scorso mese di maggio aveva predisposto un'ispezione. Una relazione del direttore generale del dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, Domenico Pallaria, aveva predisposto una relazione a supporto di un “procedimento per la risoluzione del contratto e decadenza degli incarichi di direttore generale, direttore amministrativo e direttore scientifico” dell'Arpacal. Proprio in questa relazione, il direttore generale del dipartimento vigilante sottolineava gli aspetti critici della procedura di acquisto dell’immobile di Castrolibero, che sarebbe oggetto dell’inchiesta della Procura della repubblica di Cosenza.

 

In relazione all’immobile in questione, si parla “di evidenti criticità nel procedimento, in particolare nel periodo giugno-settembre 2010, in cui si registra l'annullamento dell'intera procedura di gara iniziata nel 2009, ed un successivo “annullamento dell'annullamento”. Anomalo il pagamento anticipato ed in un'unica soluzione dell'importo di acquisto, con una violazione del bando di gara che prevedeva un anticipo pari solo al 30% e addirittura prima della stipula dell'atto notarile. Ulteriore irregolarità, la corresponsione dell'IVA, nonostante questa non fosse dovuta per espressa indicazione nella documentazione di gara. Ma non è tutto: l'Arpacal pur avendo pagato e in anticipo la cifra di 2 milioni e 200mila euro per l'acquisto, non utilizza materialmente l'immobile, perché non è adeguato ad essere adibito direttamente a laboratorio. Non solo: per rendere il tutto idoneo, è necessaria un'ulteriore spesa che Pallaria quantifica tra uno e due milioni di euro. E naturalmente, su Cosenza, l'agenzia paga dei fitti per i locali che ospitano attualmente i laboratori.

–seguono aggiornamenti-

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