Grande cuore

La solidarietà non va in ferie, anche in estate aiuti alle famiglie in difficoltà: «Nell’alto Tirreno cosentino richieste triplicate dopo il Covid»

VIDEO | A Scalea e Santa Maria del Cedro non manca il supporto delle associazioni Progetto Germano e Una mano amica, nonostante le alte temperature e i tempi non facili un po' per tutti. Avanzano i nuovi poveri

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di Francesca  Lagatta
15 agosto 2024
20:10

Agosto è sinonimo di ferie e riposo per molti, ma non per tutti. Tra coloro che non si fermano mai, ci sono anche i tanti volontari delle associazioni di solidarietà e beneficenza, che continuano a restare a disposizione dei più bisognosi anche nelle afose giornate estive. Nell'alto Tirreno cosentino, in questi giorni invaso da centinaia di migliaia di turisti, restano operative, tra le altre, la cooperativa sociale "Progetto Germano" e l'associazione "Una mano amica", rispettivamente con sede a Scalea e a Santa Maria del Cedro. Tra i servizi offerti da entrambe le realtà sociali, c'è la distribuzione dei pacchi inviati dal Banco Alimentare.

La cooperativa sociale "Progetto Germano"

Fabio Cifuni, presidente della cooperativa sociale "Progetto Germano", ci accoglie nella sua sede in via 1° maggio a Scalea e mette subito le cose in chiaro: «Non andiamo in ferie, mai, perché purtroppo le persone hanno bisogno sempre, anche ad agosto». E così, anche con 45° all'ombra, in questa piccola struttura si continua a distribuire cibo di ogni genere, nonostante i problemi degli ultimi mesi.


«Con la guerra in Ucraina, Israele e Palestina e il rinnovo delle convenzioni, è stato un anno difficile. Le derrate alimentari arrivate dall'Europa sono diminuite». Ma gli aiuti non si fermano mai, nonostante tutto. «Sicuramente riusciamo sempre a garantire l'essenziale, ad esempio pasta, riso, sughi. Ogni tanto arrivano anche il latte, il Grana Padano, l'olio». 
Poi ci sono le aziende, anche locali, che anziché fare i resi, donano alla cooperativa alimenti di ogni genere quando questi stanno per scadere. Qui si fa anche beneficenza. In tanti vengono a donare vestiti, scarpe, culle, passeggini, giocattoli. Chi ne ha bisogno, può venire a prenderli gratuitamente: «Ma di questo preferiamo non parlare. Quando si parla di beneficenza ci atteniamo agli insegnamenti del Vangelo: non sappia la tua sinistra ciò che fa la destra».

Gli aiuti incessanti

Poi continua: «Riusciamo a consegnare un pacco con cui una famiglia può tirare avanti per quindici o venti giorni. Ovviamente è un aiuto, non è una spesa vera e propria. Però noi usiamo un sistema grazie al quale non lasciamo mai soli i nostri assistiti. Chi non arriva a fine mese può sempre chiamarci e noi rispondiamo, doniamo quel che abbiamo e lo facciamo spesso».
Ci si attiva anche per le urgenze. «Di recente abbiamo ospitato tre famiglie ucraine con bimbi piccoli e ho chiesto al Banco Alimentare degli omogeneizzati in più. Ci hanno riempito di vasetti, a dimostrazione che anche chi sta sopra di noi ha a cuore la solidarietà».
Nel 2023, come risulta dai documenti ufficiali, la cooperativa sociale "Progetto Germano" ha distribuito 4.635 pacchi, assistendo mensilmente 391 indigenti continuativi e 192 saltuari.

I nuovi poveri

Ma chi sono le persone che si rivolgono alla cooperativa? «Persone che hanno perso il lavoro, chi non ne trova, coloro che hanno perso la pensione o che hanno avuto un problema. Poi ci sono anche i "nuovi poveri"». Nuovi "insospettabili" bisognosi. «Ad esempio, qui seguiamo un professionista che guadagna circa 1.800 euro al mese. In teoria, dovrebbe poter vivere dignitosamente. Invece ha quattro figli, di cui due all'università. Tra fitti e spese varie spende 1.500 euro, gliene restano 300. Come si può vivere con 300 euro al mese?». Una situazione che crea anche fraintendimenti. «Chi ha visto entrare qui quel signore, si è chiesto cosa ci facesse, considerato il suo stipendio». Quasi volesse approfittare della distribuzione gratuita degli alimenti. «Quindi, quando non si conoscono i fatti, sarebbe meglio tacere o informarsi prima di parlare».

L'associazione "Una mano amica"

A Santa Maria del Cedro, una manciata di chilometri più a sud, c’è invece l’associazione "Una mano Amica", gestita da Nunzio Tuccillo e sua moglie. In questi giorni, la sede, offerta dall'amministrazione comunale, è ufficialmente chiusa per le ferie, ma di fatto pronta e operativa per le urgenze. «Diciamo che in questo momento la sede è chiusa per mancanze di merce – specifica Tuccillo – ma quel poco che abbiamo continuiamo a distribuirlo. Oggi, per esempio, sono qui perché sto preparando i pacchi da consegnare a tre o quattro famiglie che hanno bisogno di alimenti».

Aiuti a circa il 10% della popolazione

Le famiglie regolarmente iscritte al Banco Alimentare sul territorio di Santa Maria del Cedro sono 93. «Degli aiuti ne usufruiscono quattro cinque persone a famiglia. Compresi i saltuari, serviamo circa 500 persone». Ossia circa il 10% dei residenti, che qui sono poco più di 5mila.

La situazione degenerata in pandemia

A sentire Nunzio Tuccillo, la situazione di povertà sul territorio si è inasprita in epoca Covid. «Quando abbiamo cominciato, tre anni fa, servivamo 30 famiglie, oggi sono 93, ma solo perché non possiamo iscrivere più nessuno nella lista degli aiuti, altrimenti saremmo costretti a distribuire pacchi insufficienti». Tuttavia, chiunque bussi alle porte dell'associazione, troverà sempre una "mano amica" pronta ad aiutare, anche ad agosto. Anche in quelle giornate in cui la calura toglie le forze, ma non la forza di regalare un sorriso e una speranza al prossimo.

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