“Alchemia”, l'affiliazione a diciotto anni: «Abbiamo fatto la festa, Francesco si è sposato»

Nelle carte dell’inchiesta “Alchemia” anche il rito di affiliazione alla ‘ndrangheta di Francesco Raso, figlio di Giuseppe “l’avvocato” che, appena diventa maggiorenne, riceve il “battesimo”
19 luglio 2016
19:26

«Oggi ci siamo divertiti... Abbiamo fatto la festa a Francesco che oggi si è sposato (...) Oggi ha fatto due cose: diciotto anni e matrimonio». È appena diventato maggiorenne, Francesco Raso, figlio di Giuseppe, inteso "l'avvocato". E il raggiungimento di quella che per molti è l'età in cui s'iniziano a prendere le prime responsabilità, per lui si tramuta in un duplice appuntamento con il mondo degli adulti: da una parte quei diciotto anni e, dunque, una piena capacità d'agire, dall'altra l'affiliazione alla cosca di famiglia. Un "regalo" che chiama in Calabria tantissime persone anche da fuori, per poter festeggiare l'ingresso di un nuovo membro all'interno dell'organizzazione mafiosa.

 


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Ci sono anche Carmelo Gullace e Orlando Sofio nel locale "Du Priuri" ad Antonimina, luogo prescelto per la cerimonia. Arrivano appositamente la sera del 7 marzo 2010. Pochi giorni dopo, il 12 di marzo, Gullace chiama Diego Raso con cui dà vita ad una scherzosa conversazione telefonica sui motivi che hanno portato quest'ultimo a non venire in Calabria. Il motivo? Un avviso orale ricevuto dalla Questura di Biella. Ma Raso si giustifica spiegando di non essere a conoscenza di quei festeggiamenti, poiché suo padre, Antonio Raso, non gli aveva riferito di essere in Calabria, da Gullace.

Emblematico lo scambio di conversazioni fra i due:
Carmelo: Sai dove sono?

Diego: No!

Carmelo: Da "Priore"

Diego: azzo, come sta?

Carmelo: Tutto bene, aspetta che adesso ti passo Mimmo (il piccolo)

Mimmo: Pronto... oh Diego... senti mi ha detto un amico che ti sei indebolito per un pezzo di carta bianca

Diego: per la miseria!!!

Mimmo: e non sei voluto scendere giù per un pezzo di carta bianca

Diego: di carta bianca? Cosa vuol dire?

Mimmo: eh tu sai...

Diego: io so? Digli che non è vero niente che io sono sempre io...

Mimmo: ha detto che per un pezzo di carta di sei indebolito

Diego: Non è vero niente... non è vero... tu ci credi?

Mimmo: eh... io... ambasciatore non porta pena

Diego: sì, ma tu ci credi?

Mimmo: eh che ne so io... me lo ha detto un amico... mica uno qualsiasi, me lo ha detto un amico me lo ha detto Nino

Diego: allora se te lo ha detto Nino, va bene così

Mimmo: per un pezzo di carta ti sei indebolito

La conversazione prosegue e Diego colloquia al telefono con il "Priore"

Priore: tutto pensavo tranne che oggi manchi tu qui sotto...

Diego: ieri l'hai vista la partita?

Priore: lo so che tu pensi a queste cose... play boy della famiglia... no Diego il problema è semplice non sono le parole che valgono (...) Io pensavo che oggi c'eri... pensavo che qualche camminata te la facevi

Diego: però vi dico una cosa... non è che a me mi ha avvisato nessuno eh, non mi ha avvisato nessuno

La discussione cambia ancora protagonisti. Questa volta, oltre al solito Diego c'è anche l'altro amico in Calabria, Carmelo, il quale spiega in modo chiaro a Diego che evita di chiamarlo, fino a quando si discute proprio dell'affiliazione del giovane Francesco:

Diego: va bene dai... per un anno non andiamo a vedere... là tutto bene?

Carmelo: sì tutto bene... oggi ci siamo divertiti abbiamo fatto la festa a Francesco che oggi si è sposato

Diego: ah si è sposato?

Carmelo: ah non lo sapevi tu?

Diego: ah no auguri... non sapevo niente

Carmelo: no, no... oggi ha fatto due cose... diciotto anni e matrimonio

Diego: (con tono ironico) ah, si è sposato? Complimenti, complimenti fa presto lui (in sottofondo voce che dire "per il battesimo")

Carmelo: qui le cose si fanno veloci.

 

cons. min.

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